Armi magiche nel simbolismo cristiano

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Arkona
view post Posted on 22/4/2012, 10:57




Ciao a tutti,

mi farebbe piacere avere una vostra opinione sul tema 'armi magiche'.

Il Cristianesimo ha una propria 'mistica della guerra', come del resto molte altre religioni. Nel Vecchio Testamento vi sono moltissimi esempi di 'guerre mistiche' ( http://books.google.it/books?id=MpNsCS3VlS...anesimo&f=false).
Mi chiedevo se il bastone di Mosè, la lancia di Longino e la spada di San Michele possano essere considerati esempi di armi magiche e come si sia rapportata la Chiesa cattolica nei primi secoli del Medioevo nei cofronti del legame tra guerra e magia, soprattutto in relazione alle popolazioni pagane che andava evangelizzando. In Italia, ad esempio, dove a ciò che restava della cultura classica romana si era aggiunta la cultura di popolazioni germaniche, Goti, Longobardi, Franchi.

Grazie per l'aiuto :)
 
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view post Posted on 22/4/2012, 13:34
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Angelo

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Ciao, bell'argomentone in effetti! :)
Come primo riferimento ti do questo libro: LE ARMI E LA MAGIA di HENRY DURVILLE
www.comprovendolibri.it/ordina.asp?id=8215755&db=utenti

.. da pagina 257 per oltre trenta pagine di affronta infatti questo tema nell'ambito cristiano e di cose da dire ce ne sarebbero tantissime! Innanzitutto anche in questo caso sembra che la chiesa abbia "assorbito" simbolismi pagani precedenti ritematizzandoli in chiave cristiana.

Mi ha sorpreso infatti che il primo esempio riportato nel libro fosse quello della madonna "armata", che viene paragonata (nientemeno) alla figura di Ercole.
Le armi della Madonna: bastone, clava, spada, frusta, scettro e talvolta martinetto. Essa viene raffigurata nell'atto di scacciare il demonio.
http://www.cartantica.it/pages/Curiosi%20T...a%20Madonna.asp

socorsocartoceto



madflagellofoligno



difesadonori



Esempio successiovo é quello della croce, "arma" contro il male .. in genere l'iconografia più usata era quella di una spada impugnata come fosse una croce. Un esempio é quello della "croce di San Giacomo" o di Santiago di Compostela ...

Logo_santiago_2



Esempi successivi, nel libro, sono quelli dei due santi "soldati", San michele arcangelo e San Giorgio ..
Oltre a questi, si cita la "guerra santa" di Gionanna d'Arco e l'iconografia di San Sebastiano: contemporaneamente vittima delle frecce e protettore degli arcieri.

sebastiano



Oltre a questi esempi, confermo il simbolismo della lancia di Longino, spesso infatti essa veniva rappresentata nell'atto di trafiggere il cuore di Cristo, come vedi qui ..
http://books.google.it/books?id=57IeM22k48...0cristo&f=false

lanciax



Simbolismo simile é quello del cuore di Cristo trafitto da una freccia: in questo cado però non é Longino (essere umano e peccatore) a trafiggere il cuore di Cristo, ma Dio stesso .. per "liberare" l'umanità!
http://books.google.it/books?id=57IeM22k48...0cristo&f=false

senzatitolo3s



... come vedi, le armi erano usate spessissimo nel simbolismo cristiano! :)

 
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Arkona
view post Posted on 23/4/2012, 10:41




Ciao, grazie per la risposta :)

CITAZIONE
... come vedi, le armi erano usate spessissimo nel simbolismo cristiano!

Si, per questo ho posto la domanda. Non conoscevo il libro di Durville, però sapevo dell'importanza che il mito di Ercole aveva avuto per i primi Cristiani. Segnalo due link interessanti su questo argomento:

http://spiritualrationality.wordpress.com/...-cristianesimo/

CITAZIONE
Eracle, o Ercole, è ben noto per le sue 12 fatiche, che corrispondono ai dodici segni dello zodiaco e sono dimostrazioni del suo ruolo come “Salvatore”. Nato da una vergine, egli era anche conosciuto come il “Unigenito” e “Parola Universale”.47

La vergine madre di Eracle/Ercole si chiamava Alcmene, il cui nome in Ebraico era “almah”, la “donna luna” che, come dice Walker, “fu madre di re sacri nel culto di Gerusalemme, ed il cui titolo fu conferito alla vergine Maria.

Paralleli tra i miti precedenti di Alcmene e i miti successivi di Maria erano troppo numerosi per essere coincidenze. Il marito di Alcmene si astenne da rapporti sessuali con lei fino a dopo la nascita del suo dio-generato”.48

Walker racconta anche la storia di Ercole e la sua relazione con il racconto Cristiano:

Le sue Dodici Fatiche simbolizzavano il passaggio del sole attraverso le dodici case dello zodiaco … Dopo che il suo percorso era finito, egli fu rivestito della tunica scarlatta del re sacro ed ucciso, per essere risuscitato come il suo padre divino, per salire al cielo… Difficilmente può essere sovrastimato l’influsso del culto di Eracle sui primi Cristiani.

La città di origine di S. Paolo di Tarso rappresentava regolarmente il sacro dramma della morte di Eracle col fuoco, motivo per cui Paolo presupponeva che ci fosse grande virtù salvifica se nel dare il proprio corpo per essere bruciato, come i martiri di Eracle (1 Corinzi 13:3).

Eracle era chiamato Principe della Pace, Sole della Rettitudine, Luce del Mondo. Egli era lo stesso sole salutato giornalmente dai Persiani e dagli Esseni con la frase rituale “Egli è sorto”.

La stessa formula annunciò il ritorno di Gesù dal mondo sotterraneo (Marco 16:6). Egli era sacrificato all’equinozio di primavera (Pasqua), il festival del Nuovo Anno secondo la misurazione antica.

Egli era nato al solstizio d’inverno (Natale), quando il sole raggiunge il suo nadir e la costellazione della Vergine sorge all’est. Come Alberto il Grande lo espresse secoli dopo, “Il segno della vergine celeste sorge sopra l’orizzonte, nel momento che noi troviamo fissato per la nascita del nostro Signore Gesù Cristo”.49

www.ilcircuitodelmito.it/?page_id=129

CITAZIONE
Grazie all’interpretazione evemeristica fondata sulla origine umana degli dèi antichi, le divinità mitologiche, fin dalla prima età cristiana, trovarono una forma di sopravvivenza durante il Medioevo tramite le Etymologie di Isidoro di Siviglia (VII sec.), le enciclopedie popolari del XIII sec., l’opera di Vincent de Beauvais, per arrivare alle Cronache Universali del XIV e del XV sec.
In queste opere personaggi eroici come Dedalo, Orfeo ed Ercole in quanto benefattori dell’umanità vengono assunti a divinità e raffigurati come tali per es. da Andrea Pisano all’interno di complesse decorazioni enciclopediche, nelle formelle del campanile di S. Maria del Fiore a Firenze.

CITAZIONE
Le armi della Madonna: bastone, clava, spada, frusta, scettro e talvolta martinetto. Essa viene raffigurata nell'atto di scacciare il demonio.

Delle armi della Madonna non sapevo, molto interessante.

CITAZIONE
sembra che la chiesa abbia "assorbito" simbolismi pagani precedenti ritematizzandoli in chiave cristiana.

Esatto, ma si tratta solo di simbolismi provenienti dalla cultura classica? Che dire di quella germanica con cui il Cristianesimo si confronta sia in Italia sia in Europa attraverso le opere di evangelizzazione? Come viene letto il legame tra guerra e magia? Questa curiosità mi è venuta in mente quando si è parlato dell'iconografia di San Cassiano, in relazione ai cinocefali ad esempio.
Probabilmente la mitologia classica aveva più affinità e 'punti di contatto' con la dottrina cristiana rispetto alla cultura pagano-germanica, e quindi si prestava più facilmente ad essere ritematizzata in chiave religiosa. La cultura pagano-germanica al contrario ha finito per essere 'demonizzata'.
Hai suggerimenti su cose da leggere su questo argomento?

 
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josephuss
view post Posted on 23/4/2012, 14:36




Ciao, discussione decisamente interessante :D
In "Simboli della Scienza Sacra" di René Guénon si trova un capitolo dedicato interamente alle armi simboliche. Guénon spiega che la Lancia (come quella di Longino) è un simbolo "assiale", che rappresenta cioè l'asse che congiunge Cielo e Terra e attraversa i vari stati dell'essere.
L'arco è un'arma propriamente solare, e possono essere fatte delle analogie tra la freccia dell'arco e il raggio del sole. Non a caso nella mitologia greca l'Apollo solare uccide il serpente Pitone con l'arco.

CITAZIONE
Come viene letto il legame tra guerra e magia?

personalmente più che di armi "magiche" parlerei di armi "simboliche". La magia è il tentativo di manipolare certe forze occulte, mentre qui si tratta di qualcosa di più "spirituale" e metafisico :)
Secondo me, sopratutto stando a quello che dice S. Bernardo la guerra (o meglio..un certo tipo di guerra) andava vista in senso duplice: quindi oltre alla guerra "fisica" c'era anche la lotta "spirituale" (quello della lotta interiore è comunque un tema abbastanza ricorrente nella letteratura cristiana... il "combattimento cristiano" è il titolo di un'opera di S. Agostino, e aggiungerei che Cristo stesso dice "Non sono venuto a portare la pace, ma la spada").

Se ti interessa, sul duplice significato della guerra in riferimento ai templari avevo scritto questo articolo sul mio blog tempo fa http://josephussblog.blogspot.it/2011/06/i...ice-guerra.html
 
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view post Posted on 23/4/2012, 14:39
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Angelo

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CITAZIONE
Segnalo due link interessanti su questo argomento:
http://spiritualrationality.wordpress.com/...-cristianesimo/

Credo che il primo link che hai segnalato si basi su testi "poco affidabili", sul genere new age (anche Durville, in ogni caso era piuttosto "borderline" :P ) .. però é in effetti indubbio che la figura di Ercole (simbolo "solare") sia naturalmente confluita nel cristianesimo .. in questo topic avevamo anche visto come la sua figura fosse in qualche modo assimilabile a quella di San Cristoforo..
https://medioevo.forumfree.it/?t=57568593

CITAZIONE
Esatto, ma si tratta solo di simbolismi provenienti dalla cultura classica? Che dire di quella germanica con cui il Cristianesimo si confronta sia in Italia sia in Europa attraverso le opere di evangelizzazione? Come viene letto il legame tra guerra e magia? .... La cultura pagano-germanica al contrario ha finito per essere 'demonizzata'.

Questa tua ultima osservazione credo sia più che corretta! :) Però credo che il discorso finisca per essere molto più complicato, perché:

1- c'erano già enormi contaminazioni reciproche tra greco-romani e germani, che sicuramente possono avere "preparato il terreno"

2 - la presenza germanica in Italia, dopo le invasioni barbariche, era così perentrata in profondità da aver lasciato comunque profonde tracce del loro paganesimo originario ..

In particolare, ad esempio, il simbolismo delle "armi magiche" era molto forte anche nel pantheon Norreno .. ed era tutto sommato assimilabile ai simbolismi greco-romani (comune origine indoeuropea? contaminazioni durante l'Impero?)
E' il caso per esempio della lancia di Odino , rappresentazione associabile a fulmine di Zeus ed al martello di Thor, l'equivalente della clava di Eracle

Il martello di Thor é particolarmente significativo per i nostri interessi: da un lato venne adottato (dopo l'arrivo del cristianesimo) come simbolo di chi rifiutava il battesimo e restava attaccato al culto degli dei pagani. Dall'altra però, proprio per la forma a Tau vagamente cruciforme, venne anche utilizzato in iconografie cristiane per "aprirsi meglio la strada" tra i barbari tradizionalisti!
http://books.google.it/books?id=P8Wt5wUSpw...20cross&f=false

http://books.google.it/books?id=7MaxusRNVG...20cross&f=false

C'é anche da dire che le contaminazioni tra cristianesimo e culti nordici erano cominciate molto prima delle invasioni barbariche, con l'arianesimo:
http://it.wikipedia.org/wiki/Arianesimo

Nei secoli successivi tuttavia venne progressivamente perdendo peso nell'ambito dell'Impero. Tuttavia, grazie alla predicazione condotta nel IV secolo fra i Goti da parte di Ulfila - traduttore della Bibbia in lingua gotica (introducendo un tipo di alfabeto latino che sostituì gli antichi caratteri runici) - l'arianesimo conobbe una grande diffusione fra i popoli germanici, specialmente Goti, Vandali e Longobardi, fra i quali fiorì, almeno, fino al VII secolo. Fu ariano il re ostrogoto Teodorico, mentre fu Teodolinda la regina che determinò la conversione dei Longobardi al cattolicesimo.

http://it.wikipedia.org/wiki/Ulfila

Nei longobardi, per fare un esempio, possiamo trovare un esempio evidente di cristianizzazione delle divinità pagane: il culto di san Michele .. in sostituzione di Odino!
http://it.wikipedia.org/wiki/Odino

odinoGrande



Parallelamente, la stessa divinità veniva però demonizzata: un colpo al cerchio .. ed uno alla botte! ;)
http://it.wikipedia.org/wiki/W%C5%8Ddanaz

Secondo molti tedeschi, l'arcangelo Michele prese il posto di Wotan, e per questo si trovano molte cappelle di montagna dedicate all'arcangelo, anche se Wotan rimase presente come sorta di demone che guida la caccia selvaggia. Ad esempio nel folklore svizzero si trova la Wuotis Heer. In alcune regioni anche questo mito si modificò, per cui il ruolo di comandare la caccia spettò a Carlo Magno piuttosto che ad Odino.

Nell'Inghilterra anglosassone Woden veniva più spesso evemerizzato che demonizzato. Nell'Historia ecclesiastica gentis Anglorum di Beda e nella Cronaca anglosassone, Woden appare come un dio perfettamente terreno, diviso da Hengest del Kent da sole quattro generazioni, nonostante fino alla conquista normanna dell'Inghilterra, e anche dopo, sia rimasta l'idea che si trattasse una persona reale scambiata per un dio.


CITAZIONE
Hai suggerimenti su cose da leggere su questo argomento?

Non l'ho letto, ma penso possa essere utile ...
Régis Boyer, Il Cristo dei barbari. Il mondo nordico (IX-XIII secolo)
http://davidbotti.tripod.com/c256_a04.htm

Régis Boyer, Il Cristo dei barbari. Il mondo nordico (IX-XIII secolo),
Morcelliana, Brescia 1992, pp. 164, £ 20.000
Articolo apparso sul n. 256 di Cristianità



Avevano compiuto scorribande in Oriente e in Occidente, erano diventati il terrore non solo dei mari ma di tutti i corsi d'acqua navigabili; il loro nemico più temuto erano le intemperie e forse, in parte, per questo motivo capiscono non soltanto di aver a che fare con un Dio padrone degli elementi naturali, cosa quasi scontata, ma soprattutto con un Dio che non li avrebbe mai traditi, tanto meno nel momento del pericolo di tempeste e di annegamento. Non si ha notizia di commenti a proposito dell'episodio evangelico in cui il Signore Gesù seda la tempesta (cfr. Mt. 8, 23-27; Mc. 4, 39-41; e Lc. 8, 22-25), eppure i vichinghi, detti così perché andavano commerciando di vicus in vicus, di mercato in mercato, vedono in Cristo un drengr gódr, un buon "confratello", un eccellente "fratello giurato", un ottimo compagno di viaggio, un marinaio valente da imbarcare con loro durante i lunghi trasferimenti che li portano dalle coste europee fino in Asia.

L'ipotesi storica è di Régis Boyer, docente di lingue, letterature e civiltà scandinave nell'Università di Parigi-Sorbona e direttore dell'Institut d'Études Scandinaves presso lo stesso ateneo. Nato nel 1932, ha insegnato in Polonia, in Islanda e in Svezia; traduttore di numerosi antichi racconti degli scaldi nonché di testi letterari scandinavi anche recenti, ha pubblicato altrettanto numerosi studi, fra i quali sono reperibili in italiano La vita quotidiana dei Vichinghi (800-1050) (BUR Rizzoli, Milano 1994) e Approccio antropologico al sacro (Jaca Book, Milano 1992).

L'ipotesi sintetizzata è esposta in Il Cristo dei barbari. Il mondo nordico (IX-XIII secolo) e vi è sostenuta facendo ricorso a numerosi studi, di altri esperti e dello stesso Régis Boyer, nonché attingendo, per interpretare l'atteggiamento del mondo nordico nei confronti di Cristo, alle fonti che testimoniano il passaggio da una mentalità religiosa pagana al cristianesimo: le saghe; l'opera del cronista danese Sassone Grammatico (1140 ca.-1210), Gesta Danorum (trad. it., Gesta dei re e degli eroi danesi, Einaudi, Torino 1993); le edda, quella poetica (trad. it., L'Edda. Carmi norreni, 2a ed., Sansoni, Firenze 1982) e quella in prosa (trad. it., Edda di Snorri, 2a ed., Rusconi, Milano 1981), redatta dal poeta e storiografo islandese Snorri Sturluson (1178-1241); l'opera del cronista germanico del secolo XI Adamo di Brema Gesta Hammaburgensis ecclesiae pontificum; e la Vita Anskarii, la vita di sant'Anscario (801-865), monaco benedettino di Corbie, in Piccardia, arcivescovo di Amburgo e di Brema, apostolo della Scandinavia, scritta dal suo discepolo e successore, san Rimberto, nato in Fiandra e morto nell'888.

Dopo un'introduzione, significativamente intitolata Un argomento difficile da delimitare (pp. 7-16), l'autore dedica il primo capitolo allo Studio della mentalità religiosa degli antichi scandinavi (pp. 17-77), descrivendo anzitutto Un mondo di natura rurale e familiare (pp. 20-32), nel quale vige il Primato dei valori dell'azione (pp. 32-41), si riscontra la Permanenza della magia premonitrice (pp. 41-48), così come si possono identificare Strutture comuni al paganesimo nordico e al cristianesimo (pp. 49-59), che spiegano Una conversione dal carattere spesso politico (pp. 59-71) favorita da Un grande spirito di tolleranza (pp. 71-76) presente nel paganesimo stesso; quindi, nel secondo capitolo, narra La conversione del Nord. I fatti (pp. 96); nel terzo inquadra Cristo nel mondo scandinavo (pp. 97-152), prima Cristo, un estraneo (pp. 99-112), poi Il Cristo nemico (pp. 112-137), finalmente Cristo accolto e riconosciuto (pp. 137-151); da ultimo, nella conclusione, Cristo "drengr gódr" (pp. 153-159), Régis Boyer espone l'ipotesi anticipatamente riassunta, alla quale fanno seguito brevi Indicazioni bibliografiche (pp. 161-162). Il volume è impreziosito da undici illustrazioni fuori testo.

Pur avendo conosciuto l'islam, i popoli nordici non vi avevano aderito, per quanto possa essere facile pensare a una loro naturale adesione a una religione guerriera, e pur avendo portato in patria statuette di Buddha, non ne erano rimasti per nulla impressionati. Era stato probabilmente Baldr, divinità degli Asi scandinavi, avvicinabile per alcuni aspetti alla figura di Cristo nella sua nobile morte per opera del malvagio Loki, che li aveva spinti ad accostarsi a una religione che, con le loro tradizioni, non trovava molti altri punti di contatto. Non vi erano edifici di culto particolari in Scandinavia, poiché le abitazioni stesse erano considerate sacre, né sacerdoti nel senso stretto del termine, in una società dove il capofamiglia celebrava i riti familiari, così come il re fungeva da pontifex per la comunità per assicurare la pace e anni fecondi. Il sole, divinizzato e rivestito di alcune funzioni di provvidente, veniva indicato con sostantivo femminile, il che porta Régis Boyer a identificarlo in altre sue opere - per esempio ne La vita quotidiana dei Vichinghi (800-1050) - con la Gran Madre o Dea Madre, eppure esso non si occupava della quotidianità degli uomini, che surrogavano la mancanza della Rivelazione con la magia premonitrice. Sono pochissimi i punti sui quali Régis Boyer avanza ipotesi definitive, ma, pur procedendo cautamente nell'analisi della veridicità delle sue fonti, lo studioso ricostruisce con sufficiente certezza il substrato religioso dei popoli pagani scandinavi, intessuto di pratiche magiche che dovevano favorire l'acquisizione di potenza - megin dal verbo magna - da parte della divinità che si sacrificava. Secondo Régis Boyer: "Bisogna fare attenzione alla costruzione strana (per noi) dell'antica lingua degli Scandinavi: blòta guð hestum, tradotto: sacrificare il dio (guð, all'accusativo) attraverso la mediazione di un cavallo (hestum, al dativo che qui ha valore strumentale). Si capisce che attraverso il sacrificio della vittima scelta, la divinità si trova rafforzata, la sua potenza è aumentata, da cui il verbo magna. Così fortificata la divinità sarà più incline, si sentirà moralmente in dovere di concedere il favore, l'aiuto, il dono che ci si attende da essa in cambio. Nessun sacrificio gratuito, nessuna offerta disinteressata" (p. 38). Questi riti, che arrivavano sino all'immolazione dei propri figli, vengono abbandonati, insieme al confuso pantheon scandinavo, gradualmente ma inesorabilmente dopo l'introduzione del cristianesimo nel secolo X, grazie a una tolleranza da parte della Chiesa che consente, mentre si introduce l'alfabeto latino, di far rifiorire la scrittura runica e, mentre evangelizza quei popoli, ne salva dall'oblìo le tradizioni più antiche.

I numerosissimi scambi delle popolazioni scandinave con altre culture, grazie ai viaggi e alle migrazioni che le hanno portate a tutte le estremità del mondo conosciuto e forse oltre, erano stimolati negli uomini del Nord da un interesse verso l'esterno che va crescendo con la conversione al cristianesimo.

Ricercare alle origini della missione evangelizzatrice in Scandinavia un filone principale viene così considerato assai problematico da Régis Boyer, perché anzitutto la documentazione attesta una varietà di rapporti fra le diverse parti della Cristianità e i paesi nordici tale da tracciare percorsi non sistematici, mentre paradossalmente il fitto scambio di esperienze fra i popoli nordici, che permetteva loro di far propri anche elementi di patrimoni culturali non direttamente appartenenti alla storia della stirpe, non facilita certamente il compito di chi vuole individuare un disegno coerente e conclusivo dell'evangelizzazione del Nord. Costituiscono un fatto sicuramente rilevante i rapporti dei paesi nordici con il cristianesimo orientale, l'impegno del reggimento dei variaghi svedesi presso la corte di Costantinopoli, ma anche i contatti con il mondo celtico irlandese tenuti dai norvegesi. Il successo della missione si deve quindi a fattori diversi e complementari.

Fra questi, anche un istituto giuridico, la prima signatio, equivalente all'inizio del catecumenato, diventa lo strumento privilegiato con il quale dapprima i popoli del Nord hanno la possibilità di accedere ai riti cattolici, poi ottengono la licenza incondizionata di esercitare il commercio nelle nazioni cristiane. Quando anche i re si convertono, la conversione dei loro sudditi assume carattere politico, con aspetti dettati dalla convenienza o dalle alleanze militari.

Iniziata, ma senza successi rilevanti, con una missione carolingia che coprì il periodo dal 700 al 900, la cristianizzazione degli scandinavi viene attuata principalmente da sant'Anscario in Danimarca e in Svezia, per poi subire un arresto alla sua morte nell'865, fino al 950. A questo punto i re stessi, supportati dall'opera di sacerdoti, si incaricano di evangelizzare i propri paesi e l'Islanda con uno sforzo della durata di un secolo, che è portato a termine con successo in coincidenza con la fine del movimento vichingo, anche se le direttrici principali che conducono il cristianesimo verso la Scandinavia ufficialmente provengono dalle diocesi di Brema e di Amburgo e un ruolo determinante è da ascriversi al mondo celtico e a quello anglosassone.

La penetrazione ufficiale del cristianesimo, peraltro, se in un primo tempo provoca la fuga dalla Norvegia all'Islanda di intere famiglie che desideravano preservarsi intatte dalla fede nel nuovo Dio, trova uno strumento straordinariamente efficace nel mutamento della legislazione, grazie alla quale viene soddisfatta l'esigenza degli scandinavi di porre nel diritto il fondamento della vita sociale. Pur non essendo applicati interamente, i codici di leggi cristiane esercitano tuttavia un'attrazione decisiva nei riguardi delle comunità ancora ostili alla novità assoluta rappresentata dalla fede.

I popoli del Nord non conoscevano nel loro lessico il concetto di religione associata a un credo e a una morale, ma affiancavano al siðr, all'usanza, all'insieme di pratiche, il réttr, la giustizia. Vogliono quindi, prima di ogni altra cosa, sincerarsi della effettiva potenza di Cristo rispetto agli dèi pagani, instaurando così un rapporto personale che fa loro comprendere fino in fondo la nobiltà e la dignità di re propria del Figlio di Dio.

Se pur non era patrimonio della cultura pagano-nordica il senso del peccato e del perdono, ed è difficile per i missionari introdurne i concetti, pure gli uomini norvegesi, svedesi, danesi e islandesi possono iniziare il percorso della loro conversione dall'elemento maggiormente omogeneo ai loro desideri e al loro modo di vivere, cioè dalla considerazione di un Dio giusto, che assicura l'ordine, ma in più si dimostra fedele. I fatti storici della conversione della Scandinavia, delineati sommariamente da Régis Boyer, descrivono prevalentemente l'atteggiamento culturale tramite il quale quei popoli accolgono il Vangelo: battaglie anche sanguinose per la conversione, indifferenza per la nuova religione fino al momento in cui si dimostra più efficace, fedeltà eterna sancita anche costituzionalmente alla religione cristiana. La devozione a san Michele arcangelo, probabilmente per influsso del culto tributatogli nell'Oriente bizantino, dove veniva considerato nella sua funzione di psicopompo, permetteva inoltre agli scandinavi, convertiti al cristianesimo, di mantenere il culto della comunità di vivi e di morti caratteristico del periodo precristiano, considerando il battesimo un viatico per "tutta la casa", cioè per la famiglia.

Il contributo di numerose scienze, fra le quali l'archeologia e l'agiografia, dà all'opera di Régis Boyer il carattere di uno studio fondamentale per chi voglia affrontare la vicenda religiosa di un gruppo di popolazioni poco conosciute, sulle quali pesano ancora luoghi comuni storiografici difficili da scalfire. Fra tutti, la pretesa conversione forzata dei norvegesi da parte del re sant'Olav II (995-1030) viene fortemente ridimensionata sulla base dell'esame delle cronache del periodo, le quali, benché lette piuttosto nell'ottica del missionato che non in quella del missionario, non solo non scalfiscono a loro volta, ma fondano adeguatamente l'ipotesi dell'autore secondo cui quello che viene finalmente accolto nel mondo nordico è "Kristr drengr gódr", "Cristo buon fratello giurato", cioè l'ipotesi secondo cui questa è "[...] l'immagine di Cristo più convincente che lo studio della conversione del Nord ci propone" (p. 159)


 
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Arkona
view post Posted on 25/4/2012, 11:25




Ciao :)
Ringrazio entrambi per i suggerimenti di lettura e di approfondimento, tutti molto interessanti :)

In realtà, la mia curiosità, più che sul rapporto in generale tra paganesimo e Cristinesimo, rigurda il tema 'magia'.
Appurato che il Cristianesimo contempla armi che possono definirsi 'magiche', ciò che mi domando, è come la religione cristiana si sia rapportata rispetto alla dimensione 'magico/sacrale' dei popoli germanici. Per quanto ne so - ed è davvero poco! - questo aspetto della cultura germanica è stato 'demonizzato' e non ha finito per essere ritematizzato all'interno dell'ortodossia cristiana. Pensiamo ad esempio alla figura dello sciamano, al rapporto tra sacralità, ritualità, e Natura.

Avete suggerimenti per approfondire questo argomento?

CITAZIONE
1- c'erano già enormi contaminazioni reciproche tra greco-romani e germani, che sicuramente possono avere "preparato il terreno"

2 - la presenza germanica in Italia, dopo le invasioni barbariche, era così perentrata in profondità da aver lasciato comunque profonde tracce del loro paganesimo originario ..

In particolare, ad esempio, il simbolismo delle "armi magiche" era molto forte anche nel pantheon Norreno .. ed era tutto sommato assimilabile ai simbolismi greco-romani (comune origine indoeuropea? contaminazioni durante l'Impero?)
E' il caso per esempio della lancia di Odino , rappresentazione associabile a fulmine di Zeus ed al martello di Thor, l'equivalente della clava di Eracle

Quindi mi pare di capire che per quanto riguarda le armi magiche esistessero dei punti di 'contatto' tra paganesimo classico, paganesimo germanico e cristinesimo che ha facilitato la ritematizzazione di questo aspetto della cultura pagana, giusto?


CITAZIONE
personalmente più che di armi "magiche" parlerei di armi "simboliche". La magia è il tentativo di manipolare certe forze occulte, mentre qui si tratta di qualcosa di più "spirituale" e metafisico

Quando tu parli di qualcosa 'di più spirituale' ti riferisci al Cristianesimo? Cioè, stai dicendo che per la religione cristiana quello che può sembrare un riferimento alla magia, come è il caso delle armi magiche, è in realtà connotabile come 'spritualità'? Quindi ricerca di Dio? E' questo che intendi? In altre parole non sarebbe corretto parlare di 'magia' in relazione alla religione cristiana?

 
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josephuss
view post Posted on 25/4/2012, 14:39




CITAZIONE
stai dicendo che per la religione cristiana quello che può sembrare un riferimento alla magia, come è il caso delle armi magiche, è in realtà connotabile come 'spritualità'?

Si, esatto, penso che non si tratti di magia ma di qualcosa di più elevato.
Per quanto riguarda le culture "pagane" (chiamiamole così per convenzione), in effetti c'era un certo legame tra divinazione, magia e religione... anche se a dire il vero nel mondo romano non mancavano del tutto certe condanne alla magia.

Nel cristianesimo però la magia (intesa appunto come manipolazione di forze sottili) è "bandita", per questo secondo me non si può parlare di elementi "magico-religiosi" nel cristianesimo :)
Comunque anche nelle altre Tradizioni (precristiane) le armi sono più spesso "simboliche" che "magiche"... (pensiamo all'esempio dell'arco di Apollo che ho fatto prima).
E' vero che certi simboli finirono per avere una valenza "magica" (se non addirittura "superstiziosa"), ma è probabile che si sia trattato solo di una degenerazione di conoscenze molto più antiche ed elevate :)
 
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view post Posted on 26/4/2012, 09:11
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Angelo

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CITAZIONE
ciò che mi domando, è come la religione cristiana si sia rapportata rispetto alla dimensione 'magico/sacrale' dei popoli germanici. Per quanto ne so - ed è davvero poco! - questo aspetto della cultura germanica è stato 'demonizzato' e non ha finito per essere ritematizzato all'interno dell'ortodossia cristiana. Pensiamo ad esempio alla figura dello sciamano, al rapporto tra sacralità, ritualità, e Natura. Avete suggerimenti per approfondire questo argomento?

L'argomento temo sia enorme, e non può limitarsi alle sole influenze germaniche ..

Intanto bisogna considerare sia la "magia" rituale che quella "medica", ovvero l'uso di erbe curative. Entrambe erano padroneggiate da sacerdoti-sciamani-stregoni.
Come la Chiesa si é posta nei confronti di questi due atteggiamenti? Con ovvia condanna nel primo caso ... con qualche timida apertura (credo di minoranze) per la seconda. Basti pensare alle profonde resistenze all'assimilazione della medicina araba (molto più avanzata di quella occidentale) nei primissimi contatti tra i due mondi.
Si partiva dal solito pregiudizio: sono infedeli .. quindi la loro medicina deve per forza essere un insieme di riti demoniaci!
Nel caso degli arabi, per fortuna questo atteggiamento é stato in breve superato, anche col contributo della scuola medica salernitana ..
http://it.wikipedia.org/wiki/Scuola_medica_salernitana

... riguardo invece gli influssi germanici, non credo si possa dire la stessa cosa: basti pensare alle "pozioni" che le streghe erano accusate di produrre..

Sul discorso dello sciamanesimo, come base della stregoneria occidentale, penso sia ormai cosa appurata. Meno chiaro é da dove trovino origine queste credenze: autoctone e sempre esistite? Arrivate con i popoli germanici durante le invasioni?

Da una parte bisogna ricordare che pratiche sciamaniche erano già presenti in età classica, sia in Grecia che a Roma .. eccoti due bei testi:

La disciplina del Silenzio di Nuccio D'Anna .. (per l'Antica Grecia)
www.aseq.it/disciplina-del-silenzio-la.html

LA DEA BENDATA. LO SCIAMANESIMO NELL'ANTICA ROMA di Leonardo Magini
www.diabasis.it/database/diabasis/d...B2?OpenDocument

D'altro canto, se si ipotizzasse un'origine "barbarica" dei riti stregonesco-sciamanici .. perché limitarsi agli influssi germanici? Dico questo perché tra le tribù scese fino in Italia ce n'erano molte che provenivano proprio dalle steppe centroasiatiche: terre tuttora abitate da sciamani di ogni etnia! :)
Tra i barbari delle steppe, non posso che ricordare gli Unni, ma anche gli Avari (gruppi che tra l'altro si mischiarono con i Longobardi nella discesa in Italia)
http://it.wikipedia.org/wiki/Avari
http://it.wikipedia.org/wiki/Cangrande_I_della_Scala

sembra anche che Cangrande della Scala amasse ricondurre l'origine della famiglia ad uno dei capi militari "magici e invincibili", dalla testa di cane, "alleati dei longobardi", da individuare in qualche capo militare àvaro (turco) che, avente appunto il titolo di khan, partecipò alla conquista longobarda (partita dall'attuale Ungheria) dell'Italia

Sullo sciamanesimo delle steppe, non posso che consigliarti un "testo sacro" che mi é stato utilissimo ... al di là dell'argomento trattato:
Lo sciamanismo e le tecniche dell'estasi di Mircea Eliade
www.aseq.it/lo-sciamanismo-e-le-tec...0%99estasi.html
www.gianfrancobertagni.it/materiali...iche_estasi.htm

CITAZIONE
Quindi mi pare di capire che per quanto riguarda le armi magiche esistessero dei punti di 'contatto' tra paganesimo classico, paganesimo germanico e cristinesimo che ha facilitato la ritematizzazione di questo aspetto della cultura pagana, giusto?

Sì, esatto! :)


CITAZIONE
Si, esatto, penso che non si tratti di magia ma di qualcosa di più elevato. Per quanto riguarda le culture "pagane" (chiamiamole così per convenzione), in effetti c'era un certo legame tra divinazione, magia e religione...

Sono sostanzialmente d'accordo. Il termine "armi magiche" lo abbiamo usato perché abbastanza diffuso (e perché richiamava uno dei libri citati sopra), però effettivamente nei nostri casi penso sia più calzante la definizione "armi simboliche".

Tanto per spiegare, le armi "magiche" vere e proprio sono quelle con funzioni apotropaiche, che avevano cioé qualcosa in più di un valore simbolico. Avevano (per chi ci credeva) la funzione di allontanare il malocchio: qui il valore "magico" é innegabile! ;)
Da queste armi magiche sono derivati molti dei simboli portafortuna attuali, tra cui il cornetto napoletano, la mano che fa "le corna", o l'usanza di disegnare dei falli sulle pareti di una casa (anche se oggi certamente nessuno "degli artisti" ne ricorda l'origine magica.. :P )
 
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Arkona
view post Posted on 27/4/2012, 13:06




CITAZIONE
Nel cristianesimo però la magia (intesa appunto come manipolazione di forze sottili) è "bandita", per questo secondo me non si può parlare di elementi "magico-religiosi" nel cristianesimo

La condanna di eventuali elementi 'magico-religiosi' non potrebbe essere giunta in un secondo momento, magari a partire dai primi secoli dopo Cristo quando inizia a definirsi il corpus dottrinale della nuova religione cristiana? Cerco di spiegarmi: pensiamo al bastone di Mosè (ma non solo) di cui si parla nel Vecchio Testamento...Non può essere considerato un esempio di arma magica a tutti gli effetti?

CITAZIONE
Tanto per spiegare, le armi "magiche" vere e proprio sono quelle con funzioni apotropaiche, che avevano cioé qualcosa in più di un valore simbolico. Avevano (per chi ci credeva) la funzione di allontanare il malocchio: qui il valore "magico" é innegabile!

Spigami, ti prego. Facendo sempre l'esempio del bastone di Mosè, che viene trasformato in serpente, non è corretto parlare di effetto 'magico'? Anche in caso si legga l'episodio come espressione del potere divino che si manifesta attraverso l'atto compiuto da Mosè, non si tratta sempre della manifestazione della capacità di dominare le forze della natura mediante il ricorso a forse occulte?


Grazie, sembra un libro davvero molto molto interessante...Come dici tu l'argomento è sconfinato e ho bisogno di un punto da cui iniziare a muovermi :)

 
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view post Posted on 28/4/2012, 11:01
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Angelo

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La condanna di eventuali elementi 'magico-religiosi' non potrebbe essere giunta in un secondo momento, magari a partire dai primi secoli dopo Cristo quando inizia a definirsi il corpus dottrinale della nuova religione cristiana?

Secondo me sì .. più che altro per come poni la domanda: nel senso che (come facevi notare anche tu) nell'antico testamento la componente "magica" era più evidente ...
Idem per la componente legata a armi e guerre ...

CITAZIONE
Cerco di spiegarmi: pensiamo al bastone di Mosè (ma non solo) di cui si parla nel Vecchio Testamento...Non può essere considerato un esempio di arma magica a tutti gli effetti?

Sì, però il discorso é più complesso: non é solo "un'arma" ma L'ARMA per eccellenza: cioé il suo simbolismo é equivalente a quello dello scettro .. quindi presente universalmente in tutte le culture!
http://books.google.it/books?id=c1qCzaejPI...bolismo&f=false
http://books.google.it/books?id=y4f4ci3DM3...ondo%22&f=false
http://books.google.it/books?id=8DjFYbWDmE...ondo%22&f=false

Intanto riporto un po' di informazioni sul bastone di Mosè ..
http://it.wikipedia.org/wiki/Nehustan
www.bibleview.org/it/Bibbia/Mose/Bastone/
http://unicocuore.forumfree.it/?t=50316294

In ogni caso il simbolismo del bastone di Mosè merita un approfondimento ... il simbolismo del bastone che fiorisce lo troviamo anche in San Cristoforo, di cui abbiamo già parlato in un altro topic ..
www.santiebeati.it/dettaglio/64200
Il simbolismo comune ad entrambi i bastoni é quello dell'asse del mondo, il bastone quindi come "tramite" tra mondo terreno e divinità. Chi lo tiene é quindi il "portavoce" ed esecutore di Dio.
Troviamo gli stessi significati anche in simboli non legati necessariamente allo scettro: stessa base infatti la troviamo anche nella rappresentazione dell'albero del Paradiso Terrestre .. con serpente avviluppato sopra.

Troviamo simbolismi simili anche in anbito classico: ad sempio l'albero dei pomi delle Esperidi o l'iconografia del caduceo ..
http://it.wikipedia.org/wiki/Caduceo
http://books.google.it/books?id=TCdyIoLjqu...bolismo&f=false


Volevo segnalarti anche questo libro (appena uscito ed appena comprato): dovrebbe interessarti! :)
Corpi gloriosi. Eroi greci e santi cristiani, Fumagalli Beonio Brocchieri M.; Guidorizzi Giulio

http://www.avvocati.it/9788842090236/corpi...idorizzi-giulio
 
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Arkona
view post Posted on 29/4/2012, 10:34




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Volevo segnalarti anche questo libro (appena uscito ed appena comprato): dovrebbe interessarti!
Corpi gloriosi. Eroi greci e santi cristiani, Fumagalli Beonio Brocchieri M.; Guidorizzi Giulio

Grazie, sempre interessanti i tuoi suggerimenti :)

Interessantissimo anche l'approfondimento sul bastone di Mosè, mi prendo un pò di tempo per leggerlo :)
 
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silvia forlai
view post Posted on 29/4/2012, 11:10




Salve!! scusate l'intrusione.....

ciao Janus!!! finalmente sono riuscita ad inserirmi....

ancora non capisco bene pero' dove immetermi e cercare l'argomento giusto...

Silvia :woot:
 
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view post Posted on 29/4/2012, 20:25
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Angelo

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Benvenuta Silvia!! Per ora ricordami qual'era la domanda .. così ti dico dove potrai inserirla! :)
 
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view post Posted on 7/5/2012, 13:01

Stupor Mundi

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Volevo segnalarti anche questo libro (appena uscito ed appena comprato): dovrebbe interessarti!
Corpi gloriosi. Eroi greci e santi cristiani, Fumagalli Beonio Brocchieri M.; Guidorizzi Giulio

E' il primo libro che sono riuscito a leggere - con alcune difficoltà - da qualche tempo a questa parte.
Molto leggibile come volume ma, direi, sostanzialmente privo di una sintesi significativa.
Ciao.
 
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view post Posted on 7/5/2012, 13:33
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Corpi gloriosi. Eroi greci e santi cristiani, Fumagalli Beonio Brocchieri M.; Guidorizzi Giulio

Per ora l'ho solo sfogliato .. più che altro offe spunti di riflessione, sono d'accordo con te sulla sintesi! ;)

Va meglio la vista? :)
 
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15 replies since 22/4/2012, 10:57   1452 views
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