| CITAZIONE ho travato molto interessante questo paragrafo che hai segnalato, in particolare il possibile legame tra le Sheela na gig e Baubo Sì .. parrebbe in effetti confermare l'ipotesi si un simbolismo legato alla fertilità (anche se più vado avanti e più credo che questo aspetto conviva completamente con la funzione apotropaica) .. http://it.wikipedia.org/wiki/BauboDemetra, disperata per aver perso la figlia Persefone catturata e offerta come sposa al dio Ade, la cercava in continuazione triste e travestita in tutte le terre. Baubo, una vecchia, un giorno le apparve alla casa di Metanira e Celeo; offrì da bere alla dea e mostrò, alzandosi in piedi, il suo posteriore alla dea. Di fronte a tale spettacolo Demetra rimase impassibile ma il figlio Iacco, che la accompagnava, rise di gusto riuscendo così a strappare alla madre di Persefone un sorriso, che fu il primo da quando la dea aveva perso la figlia.
Secondo un'altra versione Baubo era una donna magica molto particolare, perché era priva di testa e parlava tramite la vagina. Intrattenne Demetra, disperata per la perdita della figlia, ballando in un modo alquanto esilarante e raccontando storie licenziose, e inoltre collaborò, assieme alla anziana Ecate ed al sole Elio, alla ricerca di Persefone, che alla fine fu rintracciata consentendo così al mondo di rifiorire nuovamenteTra l'altro anche il libro segnlato da Donatella ne parla, ed anche molto ampiamente: http://it.scribd.com/doc/81739497/IL-RISUS...iacere-sessuale
L'episodio di Jambe e Baubo. L'Inno omerico a Demetra databile alla fine del secolo VII a.C. 51 o alla metà del VI, ci narra la versione attico-eleusina del mito misterico di Demetra. La dea, rattristata per la figlia, durante il suo vagare in cerca di lei trova rifugio nella reggia di Eleusi dove si siede, triste e silenziosa, rifiutando ogni cibo o bevanda. Una serva, Jambe, «motteggiandola con molti lazzi spinge la santa signora a sorridere, poi a ridere e a rasserenarsi il cuore». Questo comportamento di Jambe non è direttamente riconducibile ad oscenità, ma gli studiosi sono in pratica concordi nel riconoscere in esso un eufemismo che cela un motivo rituale di tipo osceno. Ben più esplicita è la versione orfico-alessandrina dello stesso episodio trasmessaci da Clemente di Alessandria e da Arnobio:
«[ ... ] Baubo, avendo ricevuto presso di sé Deo come ospite, le offd da bere il ciceone. E poiché la dea lo rifiutava e non era disposta a berlo [ella era, infatti, in lutto], [Baubo] come se fosse stata trattata in modo irriguardoso, alza le vesti, spingendo avanti le sue pudende e mostrandole alla dea. Deo, invece, si diletta di quella vista e allora, anche se di malavoglia, accetta la bevanda, compiaciuta dallo spettacolo. Codesti sono i segreti misteri degli Ateniesi. Di tali misteri riferisce anche Orfeo, e io ti citerò i versi stessi di Orfeo, affinché tu abbia lo stesso capo degli iniziati come testimone dèIla loro spudoratezza: 'Cosi avendo detto, sollevò i pepli, e mostrò per intera un'immagine oscena del corpo: era quella del fanciullo Iacchos, ridente, poiché lo scoteva, di sotto al seno di Baubo. E allora la dea, appena lo vide, ne sorrise di cuore, e accettò l'agile vaso con dentro il ciceone'».
Lo stesso espisodio, narrato da Arnobio, si dilunga sulla manipolazione attraverso la quale Baubo fa assumere ai suoi genitali un aspetto simile a quello del fanciullo Iacchos, ma contiene gli stessi elementi essenziali:
«[Al diniego di Demetra] Baubo cambia metodo, e decide di allietare con lo spettacolo di oscenità colei che, comportandosi seriamente, non era riuscita ad allietare. Libera dai segni di lunga trascuratezza quella parte del corpo attraverso la quale le donne partoriscono e dalla quale traggono la qualificazione del loro genere. Dà a tale parte un aspetto più pulito e la tende facendole assumere la forma di un fanciullino ancora tenero e non coperto di peli. T orna presso la dea afflitta [ ... ] e si denuda, e mette in mostra, essendosi scoperta fino all'inguine, tutte le sue pudende. E la dea fissa gli occhi sul pube di lei e si diletta della vista di tale sollazzo. Allora, rasserenata nel riso, accetta di bere la pozione che aveva rifiutata, e ciò che non era riuscito ad ottenere, per sllungo tratto, il comportamento modesto di Baubo, lo strappa ora l'oscenità di un'azione turpe».
La versione di Clemente e quella di Arnobio introducono un elemento nuovo: l'immagine di Iacchos.Invece sulle Shelah-na-Gigs ho trovato anche questo: www.sacred-texts.com/sex/wgp/wgp03.htm
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