INTRODUZIONE ALL’ARCHEOASTRONOMIA

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Janus (Ale)
view post Posted on 6/12/2011, 08:51 by: Janus (Ale)
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Angelo

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PERCHE’ ORIENTARE GLI EDIFICI?


Approcciandoci per la prima volta all’archeostronomia, è opportuno quindi chiarire meglio i motivi che spingevano gli antichi ad orientare verso gli astri i propri edifici: si trattava di puro interesse astronomico o di un rituale religioso? Inizialmente, i due aspetti erano probabilmente inscindibili: essendo gli astri a tutti gli effetti degli dei, conoscere i loro spostamenti significava tentare di prevederne i comportamenti e riuscire ad ingraziarseli. Per i manufatti più antichi del paleolitico, quindi, si può ipotizzare contemporaneamente sia la funzione di “osservatorio astronomico” che di luogo sacro: in questi casi infatti gli allineamenti raggiungono la massima precisione, cosa fondamentale per poter “studiare” davvero i fenomeni osservati. Col passare dei secoli, ma ancora in età preistorica, si è spesso riscontrata negli allineamenti astronomici un’imprecisione di qualche grado nell’orientamento: è possibile che ciò stesse a rappresentare una nuova fase nella quale meno pressante era la necessità di studiare il cielo. L’orientamento “ad sidera”, quindi, finì forse per ridursi soltanto ad un fatto evocativo, sacro (Cossard, 2010, p. 44).
Generalizzando, si può comunque dire che gli orientamenti astronomici avevano tre funzioni: quella di osservatorio astronomico, quella di orologio solare (in grado di valutare eventuali errori nel calendario civile o religioso in uso) e quella più puramente sacra.
Quest’ultimo tipo, a suo volta, si suddivide in altri sottogruppi: gli allineamenti-guida (per condurre l’anima verso il regno dei morti, come ipotizzato in alcuni casi per le Piramidi); gli allineamenti macrocosmo-microcosmo, volti ad armonizzare l’edificio orientandolo secondo gli assi cardinali e quindi trasformandolo in un “piccolo cosmo” (di cui ci si augurava di ereditare l’armonia).

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E’ il caso della pratica etrusca e poi romana di allineare le città su cardi e decumani secondo gli assi Nord-Sud ed Est-Ovest; troviamo abitudini simili anche in Cina sia per centri abitati che per edifici: singolarissima in particolare era l’abitudine di sincronizzare i movimenti dell’imperatore all’interno del suo palazzo con gli spostamenti del Sole in cielo (Cossard, 2010, pp. 227-228). Ultima categoria era quella degli allineamenti “celebrativi” (quelli cioè orientati col sorgere del sole in un giorno particolare: la morte o l’incoronazione di un sovrano, la celebrazione di una particolare festività ecc.). Oltre a queste funzioni bisogna ovviamente citare la necessità di “stupire i fedeli” mostrando la ripetitività del meccanismo celeste: vedere il sole che puntualmente ogni anno proietta la sua luce nel punto stabilito poteva, ad occhi ingenui, apparire quasi come un segno divino. E’ ciò che Mircea Eliade ha definito “ierofania”, ovvero una “manifestazione del sacro” direttamente a portata di mano del fedele: il divino che dialoga con gli esseri umani (Eliade, 2008, capp. I e III).
Va però precisato che spesso questi tipi si sovrappongono spesso gli uni agli altri, finendo per coesistere: ad esempio, molto frequentemente la funzione di computo calendariale coincideva con quella celebrativa, su tutto, ovviamente, dominava la funzione “ierofanica” quasi inscindibile dall’architettura sacra degli antichi.
 
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