CITAZIONE
In realtà, vedendo le foto ingrandite, ho potuto appurare come quello di Milano sia proprio una sorta di quadro riportato (dovrebbe essere la rappresentazione di Tamar e Giuda con i loro figli, e questo caratterizzerebbe come Giuda il patriarca effigiato; c'è anche chi ha pensato però a dei donatori che avessero voluto farsi rappresentare coi figli), mentre qui a Napoli il contenuto dei quadratini è ben più misterioso. A rinfrancare una possibile similitudine ha provveduto però Carlo Bertelli, che nell'introduzione a "Il millennio ambrosiano", parlando dell'atrio di S. Aquilino scrive "riprendendo una tradizione figurativa già nota nel sec. IV (Calendario di Filocalo, Mosaici del Battistero di Napoli), i mosaicisti ricorrono allo stratagemma della pittura dentro la pittura".
In effetti, ho provato a dare un'occhiata al Calendario di Filocalo, dato che è disponibile online: tuttavia ho trovato solo un'immagine, nelle personificazioni della città di Alessandria, che potrebbe - forse - avere attinenza coi nostri casi (il manoscritto è, come si vede chiaramente, stilisticamente lontano dalla possibilità di essere del sec. IV; si tratta in effetti di una copia molto più tarda ma - pare - iconograficamente fedele)
Grazie anche per queste belle immagini.
Se dovessi dare il mio parere del tutto personale, mi verrebbe da dire che che - almeno per quanto riguarda S. Aquilino a Milano, l'ipotesi di una rappresentazione dei donatori, da un punto di vista simbolico, avrebbe (sottolineo il verbo al condizionale) potuto essere anche accettabile. Così, infatti, come talvolta, in opere più tarde, i donatori ancora in vita venivano raffigurati con aureole quadrate, così si poteva pensare che, in opere ancora piuttosto antiche come il battistero di Napoli e S. Aquilino, magari i donatori venissero completamente inseriti in un quadrato (quadrato= terra= corpo, ecc..).
Tuttavia, la bella immagine di Alessandria che hai inserito e che mi sembra comunicativa da molti punti di vista, direi sia piuttosto eloquente.
nel caso, le navi raffigurate mi pare siano utili a spiegare i dettagli dell'iconografia, ovvero a sottolineare che i frutti e le ulive (l'olio, forse?) prodotti in Egitto venivano poi trasportati per mare nel resto dell'impero (dal porto di Alessandria, verosimilmente).
Partendo allora da questo punto di vista, l'idea che, perlomeno anche a S. Aquilino, si siano raffigurati personaggi utili ad integrare il significato religioso della scena, mi sembrerebbe qui l'ipotesi più credibile. Basandosi su questo genere di considerazioni, allora probabilmente si tratta, come è stato ipotizzato, proprio di Tamar e Giuda con i loro figli.
Valutazioni personali come sempre, naturalmente. Nulla di più.
Ciao.