La "Flagellazione" di Piero della Francesca, Simbolismi nascosti e livelli di lettura

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view post Posted on 6/1/2008, 12:36
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Angelo

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Ciao a tutti! La discussione nasce da quest'altro topic, sul Sogno di Costantino ed il simbolo della Croce:
http://medioevo.forumfree.net/?t=23536395

Eccovi le parti più significative ...

Interventi di Flavius

Interventi di Marco

Beh, ragazzi, qualcuno è andato già avanti nelle scoperte. Del resto, la cosa era partita dall'aver per caso incrociato un blog (peraltro molto interessante) ricercando notizie su Costantino e la croce, poi come spesso accade su internet, è difficile legare i vari contributi in maniera organica.
Guardate comunque che bella corrispondenza hanno trovato!

http://www.internetica.it/Bruno/Costantino.ppt

Vorrei sottolineare da parte mia la grandezza di Piero Della Francesca e l'altissima profondità speculativa dei suoi quadri, primo fra tutti l'enigmatica "Flagellazione" di Urbino, sul quale, al pari della Primavera di Botticelli, sono stati scritti interi libri riguardo alle possibili letture allegorica. Ma anche la stupenda "Sacra Conversazione" della Pinacoteca di Brera a Milano...grande Piero :rolleyes: ! Peccato per Flavius, perchè l'affresco del tempio Malatestiano di Rimini è davvero messo male in quanto a conservazione..


A questo punto, mi pare che il piatto sia davvero ricco di spunti sia per questa discussione, sia per eventuali altre (per esempio: la "Flagellazione"; mi piacerebbe, magari in futuro confrontare qualche parere).
In ogni caso, sembrerebbe davvero che l'ipotesi astronomica sia stata presa in considerazione sin da tempi piuttosto antichi.


Confermo, come del resto moltissime opere di Piero Della Francesca, tra le quali l'enigmatica Flagellazione (le 2 macro-opinioni che vanno per la maggiore, come sicuramente saprai, sono quelle che vorrebbero l'una un collegamento alle vicende della famiglia Montefeltro, l'altra alla situazione storico-politica delle Chiesa romano ed orientale, impegnate in quegli anni in tentativi di riconciliazione contro il comune nemico ottomano. Le due interpretazioni possono anche "legarsi" l'una con l'altra, e per quello che so di Piero, nonostante i pareri di alcuni autorevoli storici, mi sembrerebbe davvero difficile che qualcosa prodotto ad Urbino fosse lontano da faccende pertinenti al ducato, comunque quando vuoi possiamo parlarne) ma anche la Sacra Conversazione, ricchissima di simbolismi veri e propri (il celeberrimo uovo di struzzo, la collana di corallo ecc.). Direi che l'arte di Piero è un simbolismo essa stessa, basandosi sulla geometrizzazione delle figure "intrise di luce" quale specchio di perfezione ideale, com'era per varie interpretazioni filosofiche in voga al tempo. Su di essa poi l'influenza dei fiamminghi e il matematismo urbinate (Pietro era uomo di grande cultura e fu anche trattatista) diedero vita non solo a quel che vediamo nei suoi dipinti, ma anche a quell'humus capace di far fiorire personaggi fondamentali per la nostra storia artistica e culturale come Donato Bramante e Raffaello Sanzio.

Anche questo, come si diceva, mi pare possa essere un elemento per un'ulteriore discussione.
In ogni caso, eventualmente, valuterà Janus.
Volendo però entrare un'attimo nel discorso "Flagellazione", mi permetto di toccare un po' "di brutto" un tema che mi ha sempre incuriosito, ma - per quel che vale un mio parere, naturalmente - mai convinto.
Mi sarebbe effettivamente piaciuto avere tempo per leggere le varie teorie che sono state espresse in proposito, ma, per una ragione o per l'altra, non mi sono mai soffermato a farlo.
In ogni caso, tanto per dire, le varie teorie che sono state anche da te riportate mi pare che riguardino un livello di "simbolismo" (se così si può chiamare) che necessariamente non è quello di base; tale simbolismo "basilare", trattandosi ovviamente di un'opera a carattere religioso, dovrebbe appunto essere - a mio parere, naturalmente -un simbolismo religioso.
Forse il mio dubbio dipenderà da un mio delirio di dilettante, ma vorrei chiedere: sai se, per caso, i famosi tre personaggi in primo piano abbiano mai avuto un'interpretazione di carattere religioso?


In effetti credo che i termini nascondano delle insidie, perchè parlare di simbolismi è probabilmente scorretto in questo caso: si tratta ovviamente di una consuetudine data dalla scarsa familiarità che ho con questi temi (comunque ampiamente migliorata dopo la vostra conoscenza! :) ) e che esiste anche nel linguaggio comune, anche quando si tratta di storici dell'arte. Penso forse meglio sarebbe in questo caso parlare di "lettura allegorica" o forse sarebbe meglio dire "analogica" (o anagogica, quando parliamo dei misteri divini: in questo caso, la flagellazione è un episodio storico, almeno per i cristiani). Senza potermi dilungare (anche perchè magari apriremo un'altra discussione) direi che questo tipo di letture, che per esempio trasfigurava episodi biblici nella storia contemporanea è tipico del primo rinascimento, specie in una località come Firenze. Vi sono decine e decine di esempi, tra questi i quadri di Botticelli sono i più intriganti (non è un mistero che spesso la composizione fosse suggerita da letterati di rango quali Poliziano o da filosofi come Marsilio Ficino) quelli del Ghirlandaio i più lampanti (cfr. l'episodio che vede l'intera corte medicea, tra gli stessi Lorenzo e Poliziano presenziare alla conferma della regola di S.Francesco, che si "trasferisce" da Roma in Piazza della Signoria). Dunque siamo certamente di fronte ad un "simbolismo" (aridaje <_< ) differente rispetto a quello medievale, che aveva corrispondenze per così dire più dirette (anche se più ampie perchè di solito allusive, spero sia chiaro quello che voglio dire): insomma dei simboli stanno su un portale a significare qualcosa di preciso, però questo qualcosa corrisponde ad un tema piuttosto ampio e generico, come può essere ad esempio il tema della porta celeste, del cambio delle stagioni ecc.
Tutto questo per dire che non è (almeno a mio parere) una necessità che trattando la flagellazione d'un episodio sacro, a questa debba essere ricondotto anche l'enigmatico gruppo di uomini in primo piano, anche se nulla nemmeno lo esclude. Per quello che ho potuto ricontrollare, mi pare ci fosse una lettura che identificava il gruppetto con Giuda e i sacerdoti, ma l'ipotesi era scartata per la mancanza di attributi iconografici che potessero identificare l'apostolo traditore. Ancora si identificavano gli uomini con i sacerdoti che non avevano voluto macchiarsi del sangue di Gesù, o con degli apostoli: ma anche questo caso veniva scartato per gli stessi motivi precedenti. Da dire, infine, che una chiave di lettura dovrebbe essere la scritta, ancora legibbile nel'700 "Convenerunt in unum", che servirebbe a legare in maniera analogica i 2 gruppetti.
Saluti.


CITAZIONE
In effetti credo che i termini nascondano delle insidie, perchè parlare di simbolismi è probabilmente scorretto in questo caso: si tratta ovviamente di una consuetudine data dalla scarsa familiarità che ho con questi temi (comunque ampiamente migliorata dopo la vostra conoscenza! ) e che esiste anche nel linguaggio comune, anche quando si tratta di storici dell'arte. Penso forse meglio sarebbe in questo caso parlare di "lettura allegorica" o forse sarebbe meglio dire "analogica" (o anagogica, quando parliamo dei misteri divini: in questo caso, la flagellazione è un episodio storico, almeno per i cristiani).

Bhè, la differenza tra simbolo ed allegoria, per quel che ne so, è talvolta sfuggente. Solo per fare un'esempio, tendenzialmente l'impersonificazione di una virtù tende ad essere un'allegoria, mentre l'immagine di un leone a suggerire l'idea di "forza" o "Resurrezione", ecc.. appartiene al simbolismo.
Sul piano teorico - ma non so, a questo punto, se è il caso - credo che comunque si potrebbe aprire un'ulteriore discussione sul tema.


CITAZIONE
Tutto questo per dire che non è (almeno a mio parere) una necessità che trattando la flagellazione d'un episodio sacro, a questa debba essere ricondotto anche l'enigmatico gruppo di uomini in primo piano, anche se nulla nemmeno lo esclude. Per quello che ho potuto ricontrollare, mi pare ci fosse una lettura che identificava il gruppetto con Giuda e i sacerdoti, ma l'ipotesi era scartata per la mancanza di attributi iconografici che potessero identificare l'apostolo traditore. Ancora si identificavano gli uomini con i sacerdoti che non avevano voluto macchiarsi del sangue di Gesù, o con degli apostoli: ma anche questo caso veniva scartato per gli stessi motivi precedenti. Da dire, infine, che una chiave di lettura dovrebbe essere la scritta, ancora legibbile nel'700 "Convenerunt in unum", che servirebbe a legare in maniera analogica i 2 gruppetti.

Non è che io mi permetta di sorvolare la serie di teorie che sono state proposte sulla "Flagellazione" (e che, tra l'altro, conosco solo genericamente), tuttavia mi sono sempre chiesto: non è che qualcuno abbia mai proposto l'ipotesi che i tre personaggi rappresentino (al di là delle somiglianze ad importanti persone contemporanee a Piero della Francesca) i tre evangelisti che accennano, in particolare, della Flagellazione?
Lo chiedo perché sono stato sempre convinto di intravedere in uno di essi l'evangelista Giovanni.
Ma la mia, forse, potrebbe anche essere nulla più che un'idea estemporanea...
Ciao.
 
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MarcoSupersonic
view post Posted on 7/1/2008, 18:14




Direi che la tua lettura è piuttosto arguta nonchè inedita (almeno per me); inolte se identifichi S.Giovanni con la figura di giovane in primo piano, certamente non dici un'eresia, giacchè presenta somiglianze con alcune rappresentazioni coeve (tipo Luca Signorelli e Bramante). Tuttavia il problema è sempre lo stesso, ovvero dove sono gli attribuiti iconografici? In caso di una identificazione con gli evangelisti vale ancor di più questo discorso, dato che "da sempre" siamo in grado di identificarli solo attraverso simboli che per questo sono (anche se forse sarebbe meglio dire erano) divenuti proverbiali. Qui invece il giovane (ammesso che tu ti riferisca al giovane) è a piedi scalzi ed ha un fiore giallo in mano. L'altro è vestito con un cappello alla greca, il terzo ha un prezioso broccato finemente ricamato ed è stempiato e grassottello; la specificità dei suoi tratti autorizza a pensare si tratti di un ritratto, anche se questo di per sè non è un fattore decisivo. Mi verrebbe in mente di poter identificare l'uomo col copricapo "alla greca" con Luca, che scrisse il suo Vangelo per i greci, mentre il giovane sarebbe Giovanni. Ma servirebbe qualche appiglio per il terzo, e la spiegazione del perchè Giovanni ha i piedi nudi ed un fiore che (mi pare) non appartenga al suo repertorio iconografico.

Intanto a beneficio di chi legge questa discussione, ed anche per lustrarci un pò gli occhi, un link al capolavoro di Piero.

http://www.wga.hu/art/p/piero/francesc/flagella.jpg

http://www.aiwaz.net/panopticon/flagellati...rist/gi4542c237

Qui un'altro link che permette di guardarlo in alta risoluzione (anche se i colori alle volte sono un pò "sparati") ed apprezzare lo straordinario trattamento della luce e delle forme con cui Piero, "l'ultimo bizantino" com'è stato definito, "trasfigurava" i suoi personaggi pur lasciandoli inseriti in un mondo credibile e di grande finitura formale. Giulio Carlo Argan disse che gli uomini di Piero, specificatamente i tre misteriosi figuri della Flagellazione, erano "immobili" come macigni, Giuliano Briganti che "dipingeva senza ma lasciar trasparire un'ombra di sentimento". Ma riusciva, ciò nonostante ad essere egualmente narrativo: un eloquio solenne ed aulico, scandito ma proprio per questo incisivo ( e pure misterioso in questo caso! ;) ).
 
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view post Posted on 7/1/2008, 20:29

Stupor Mundi

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CITAZIONE
Tuttavia il problema è sempre lo stesso, ovvero dove sono gli attribuiti iconografici? In caso di una identificazione con gli evangelisti vale ancor di più questo discorso, dato che "da sempre" siamo in grado di identificarli solo attraverso simboli che per questo sono (anche se forse sarebbe meglio dire erano) divenuti proverbiali.

La mia, in realtà, era principalmente una provocazione, sebbene, devo ammettere, più ci penso, più la cosa mi intriga.
Per il fatto che si tratti degli evangelisti (è una mia supposizione e niente più, sia chiaro), penso sarebbe sufficiente mostrare che essi sono tre e che, sullo sfondo, si trova la Flagellazione.
Infatti, solo tre dei quattro evangelisti trattano della Flagellazione nella Vulgata (cioè nella Bibbia in latino); non so come stavano le cose per la traduzione greca che, forse, era diversa. Chissà se in tempi di tentativi di unire le Chiese occidentali e orientali, non si fosse discusso di questo?
CITAZIONE
Qui invece il giovane (ammesso che tu ti riferisca al giovane) è a piedi scalzi ed ha un fiore giallo in mano.

Sì, pensavo proprio al giovane, quanto mi riferivo a s. Giovanni. A proposito, hai idea di che fiore si tratti? Potrebbe essere anche un'allusione alla verginità dell'apostolo.
In ogni caso, l'iconografia di s. Giovanni Evangelista di Piero della Francesca è interessante:
http://www.abcgallery.com/P/piero/Francesca8a.jpg
ricorrono i piedi scalzi e l'indumento rosso. Poi, naturalmente, qui si tratta di un vecchio, in quanto il libro (dell'Apocalisse) è aperto e, in questo caso, si tratta appunto di s. Giovanni nel ruolo del Veggente dell'Apocalisse.
CITAZIONE
Mi verrebbe in mente di poter identificare l'uomo col copricapo "alla greca" con Luca, che scrisse il suo Vangelo per i greci, mentre il giovane sarebbe Giovanni.

Interessante questo tuo appunto. In effetti anche a me era venuto in mente di identificare Luca (medico) con l'individuo col cappello. Tuttavia, mi pare che proprio Luca sia l'evangelista che, nella Vulgata, non accenna alla Flagellazione (forse nella versione greca sì?).
CITAZIONE
Ma servirebbe qualche appiglio per il terzo, e la spiegazione del perchè Giovanni ha i piedi nudi ed un fiore che (mi pare) non appartenga al suo repertorio iconografico.

Come dicevo, credo che si possa dire che i piedi nudi siano una caratteristica di s. Giovanni piuttosto ricorrente in Piero della Francesca (mi pare si noti anche qui: http://www.ilpozzeto.it/piero_della_france...df/miserico.jpg )
Là per là, non saprei dire il perché dei piedi nudi: potrebbe essere un riferimento al fatto che Giovanni fuggì nudo quando vennero a prendere Gesù.
Per il fiore, come dicevo, mi piacerebbe sapere di cosa si tratta.
Ciao.
 
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MarcoSupersonic
view post Posted on 8/1/2008, 15:11




CITAZIONE
Tuttavia, mi pare che proprio Luca sia l'evangelista che, nella Vulgata, non accenna alla Flagellazione (forse nella versione greca sì?).

Tutte le versioni dei testi canonici sono naturalmente uguali, in tutte le loro "edizioni". La "Vulgata" per quel che ne so, è la
traduzione "professionale" che San Girolamo fece dell'intero corpus canonico, andando ad approfondire la lingua ebraica della quale non aveva una conoscenza pari a quella che aveva del greco, in terra Santa. Essendo la più affidabile ed autorevole (nonostante non manchi qualche errore, com'è stato dimostrato anche ultimamente: ma si tratta sempre di singole parole, anche se alcune di queste, tradotte più fedelmente, possono arrivare a cambiare il senso di alcuni passi anche significativi, almeno a livello di catechesi e teologia) prese talmente piede da divenire "la Vulgata".

CITAZIONE
Là per là, non saprei dire il perché dei piedi nudi: potrebbe essere un riferimento al fatto che Giovanni fuggì nudo quando vennero a prendere Gesù.
Per il fiore, come dicevo, mi piacerebbe sapere di cosa si tratta.

Ahi; sono assolutamente a zero in quanto a botanica. So solo che il simbolo della purezza è un giglio, sostituito da una margherita (mi pare) nell'arte senese, dato che il giglio era pure il simbolo di Firenze, che i senesi proprio non potevano vedere (neppure in effige).
Ti segnalo che da quel che so, a fuggire nudo alla cattura di Gesù, fu un giovinetto che qualcuno identifica con S.Marco, visto che il particolare appare privo di grande importanza ed è citato solo nel suo Vangelo.

Anche a voler prendere per buono S.Giovanni, in fin dei conti plausibile (ti segnalo che parte della critica vi ha visto un angelo), rimane il problema primario, identificare gli altri due uomini. In un altro contesto e con una realizzazione differente, direi che sarebbe potuto bastare anche il loro essere in 3: ma posti come sono (praticamente in primo piano) e con precise caratterizzazioni (che come sai, non sono mai casuali), devono essere giustificati in maniera significativa. Ad esempio, nell'interpretazione che vedeva il ragazzo come un angelo, a discutere erano la chiesa d'oriente e quella d'occidente sul tema della processione dello Spirito Santo, che le divideva; in questo contesto aveva un senso la loro posizione in primo piano e sullo sfondo, la Flagellazione.
Vorrei dire che, a mio parere, non può essere dimenticata la didascalia che lo stesso Piero appose e che si leggeva ancora nel secolo scorso, quel "convennero insieme" che è una parte di un Salmo facente parte dell'officiazione del Venerdì Santo: ti riporto la traduzione di tutto il passo: ”i Re e i Principi si sedettero” (“astiterunt”) nel senso che “si riunirono solennemente”, e “convennero” (“in unum”, è da intendersi in un sol posto oppure ad una unanime decisione), “contro, il Signore e contro il suo Cristo”.
A mio parere, l'estrapolazione di quella precisa frase introduce una chiara analogia tra i due gruppi, da leggersi presumibilmente nel senso di una "cospirazione" o di un "tradimento".
Saluti.
 
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view post Posted on 8/1/2008, 18:39

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Mi pare che s. Luca - del quale qui sotto è la frase nella Vulgata, accenni solo al castigo, ma non parli di flagellazione.
CITAZIONE
ille autem tertio dixit ad illos quid enim mali fecit iste nullam causam mortis invenio in eo corripiam ergo illum et dimittam

Tuttavia, francamente, ammetto che non so se alla cosa si possa dare un minimo rilievo.
CITAZIONE
Tutte le versioni dei testi canonici sono naturalmente uguali, in tutte le loro "edizioni". La "Vulgata" per quel che ne so, è la
traduzione "professionale" che San Girolamo fece dell'intero corpus canonico, andando ad approfondire la lingua ebraica della quale non aveva una conoscenza pari a quella che aveva del greco, in terra Santa.

Bhè, non sono certo un'esperto, tuttavia, per quel che ne so, la traduzione latina della Vulgata, in molti casi è sensibilmente diversa da quella greca; naturalmente il significato dei concetti espressi è costante; piuttosto a cambiare sono i termini della comunicazione (sono quasi sicuro di non aver reso l'idea di quel che intendevo, ma non riesco a fare di meglio).
CITAZIONE
Ahi; sono assolutamente a zero in quanto a botanica. So solo che il simbolo della purezza è un giglio, sostituito da una margherita (mi pare) nell'arte senese, dato che il giglio era pure il simbolo di Firenze, che i senesi proprio non potevano vedere (neppure in effige).
Ti segnalo che, per quel che ne so, a fuggire nudo alla cattura di Gesù, fu un giovinetto che qualcuno identifica con S.Marco, visto che il particolare appare privo di grande importanza ed è citato solo nel suo Vangelo.

Anche a voler prendere per buono S.Giovanni, in fin dei conti plausibile (ti segnalo che parte della critica vi ha visto un angelo), rimane il problema primario, identificare gli altri due uomini. In un altro contesto e con una realizzazione differente, direi che sarebbe potuto bastare anche il loro essere in 3: ma posti come sono (praticamente in primo piano) e con precise caratterizzazioni (che come sai, non sono mai casuali), devono essere giustificati in maniera significativa. Ad esempio, nell'interpretazione che vedeva il ragazzo come un angelo, a discutere erano la chiesa d'oriente e quella d'occidente sul tema della processione dello Spirito Santo, che le divideva; in questo contesto aveva un senso la loro posizione in primo piano e sullo sfondo, la Flagellazione.

Bhè, detto tanto così per dire, se si ammette che il giovane sia Giovanni (per quanto riguarda il fiore non saprei dire neppure io; è poi tanto piccolo che neppure riesco a vederlo bene), l'uomo con i vestiti lussuosi potrebbe essere magari Matteo, che era un gabelliere (o giù di lì, mi sembra). A quel punto, l'altro potrebbe essere Marco, che mi sembra non disponga di un'iconografia netta in termini di personaggio.
Sapevo che alcuni hanno identificato Marco nel giovinetto che fuggì nudo, sebbene, per quel che ne so, la tradizione solitamente riporti Giovanni.
A dirla tutta però - sempre ammettendo a priori che si tratti di evangelisti, il che, ovviamente, non è per nulla scontato - verrebbe anche a me l'idea di identificare il personaggio con il cappello con Luca.
CITAZIONE
Vorrei dire che, a mio parere, non può essere dimenticata la didascalia che lo stesso Piero appose e che si leggeva ancora nel secolo scorso, quel "convennero insieme" che è una parte di un Salmo facente parte dell'officiazione del Venerdì Santo: ti riporto la traduzione di tutto il passo: ”i Re e i Principi si sedettero” (“astiterunt”) nel senso che “si riunirono solennemente”, e “convennero” (“in unum”, è da intendersi in un sol posto oppure ad una unanime decisione), “contro, il Signore e contro il suo Cristo”.
A mio parere, l'estrapolazione di quella precisa frase introduce una chiara analogia tra i due gruppi, da leggersi presumibilmente nel senso di una "cospirazione" o di un "tradimento".

Non sapevo che l'iscrizione fosse ricavata da un salmo che poi chiamava in causa re e principi.
Per altro, se proprio devo dire una sensazione, l'idea della congiura e del tradimento legata al "convenerunt" mi sa tanto di interpretazione critica ottocentesca e tardoromantica.
Ammetto che a fatica riesco immaginare un artista quattrocentesco che, rappresentado un tema religioso, intenda ad un certo punto sottolineare (con una scritta letta di chi, poi?) quanto sono "cattivi" i personaggi in prima fila.
Anzi, guarda - sempre a livello di provocazione, naturalmente - devo dire che il "convenerunt" mi richiama alla mente proprio quella che di solito si chiama "concordanza dei Vangeli". Quindi, per certi versi, questa cosa potrebbe forse anche essere considerata un elemento a favore di ciò che qui si postulava (provocatoriamente) a proposito degli evangelisti.
Ciao.
 
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MarcoSupersonic
view post Posted on 9/1/2008, 12:22




CITAZIONE
Per altro, se proprio devo dire una sensazione, l'idea della congiura e del tradimento legata al "convenerunt" mi sa tanto di interpretazione critica ottocentesca e tardoromantica.

A beneficio della discussione ti riporto una brevissima storia critica del dipinto, che viene datato attraverso l'analisi stilistica al decennio 1450-1460 e del quale non si sa nulla fino al 1744, quando un inventario ce lo tramanda come "la flagellazione con i duchi Oddantonio, Federico e Guidobaldo". Si tratta della c.d. interpretazione dinastica, considerata errata da Roberto Longhi, il massimo storico dell'arte del'900, sia perchè appariva eccessivamente ardita una rappresentazione dinastica dinnanzi alla Passione di Cristo, sia perchè le fisionomie di Federico e Guidobaldo ci sono ben note da altri dipinti, anche di Piero, e non corrispondono con quelle effigiate. Longhi, negli anni centrali del secolo scorso, vi lesse la vicenda di Oddantonio, fratello di Federico, assassinato in una congiura, della quale sarebbero stati responsabili i suoi due consiglieri; questa è l'ipotesi dell'analogia del tradimento. Anche questa interpretazione è stata poi respinta, poichè sono storicamente emerse le responsabilità politiche di Oddantonio, e forse l'interessamente financo di Federico nella congiura; è stata però conservata l'interpretazione analogica, che evidenzia la correlazione tra i due gruppi; motivo centrale sarebbe questo e non la Flagellazione in sè, che altrimenti sarebbe stata inutilmente posta in secondo piano. La prospettiva dei due gruppi difatti non è affatto scientifica, ma strumentalizzata per evidenziare alcune figure. Di qui sono venute varie ipotesi, dagli anni'50 in poi, di vario genere, quasi tutte ruotanti sul tentativo di accordo in chiave anti turca delle chiese cristiane d'oriente ed occidente negli anni immediatamete precedenti e successivi alla caduta di Costantinopoli., ed in diretta correlazione con le vicende del Concilio di Firenze del 1439 e quello di Mantova del 1459, dove vi era stato l'appello per una crociata che coinvolgeva direttamente anche il duca di Urbino e quello che è stato identificato come il più probabile committente dell'opera, l'umanista Giovanni Bacci. Ma tutte queste tesi le trovi, direi esaustivamente approfondite sul sito di Silvia Ronchey, autrice di un corposo testo volto a dare definitiva spiegazione a "L'enigma di Piero". Non ho letto il libro, ma so che la teoria della Ronchey lascia inalterato il contesto ma cambia uno o due personaggi, itroducendo Borso d'Este e quindi legando strettamente il quadro di Piero all'anno 1459. Per il resto delle teorie puoi vedere la voce su wikipedia o l'art dossier di Marco Bussagli, disponibile anche su Google libri.

CITAZIONE
Quindi, per certi versi, questa cosa potrebbe forse anche essere considerata un elemento a favore di ciò che qui si postulava (provocatoriamente) a proposito degli evangelisti.

A quanto mi pare di aver capito, la tua dunque vorrebbe essere soprattutto una provocazione ad un certo modo di interpretare i dipinti (quantomeno di autori quattrocenteschi)?
 
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view post Posted on 9/1/2008, 18:39

Stupor Mundi

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Ma tutte queste tesi le trovi, direi esaustivamente approfondite sul sito di Silvia Ronchey, autrice di un corposo testo volto a dare definitiva spiegazione a "L'enigma di Piero". Non ho letto il libro, ma so che la teoria della Ronchey lascia inalterato il contesto ma cambia uno o due personaggi, itroducendo Borso d'Este e quindi legando strettamente il quadro di Piero all'anno 1459. Per il resto delle teorie puoi vedere la voce su wikipedia o l'art dossier di Marco Bussagli, disponibile anche su Google libri.

Grazie per le indicazioni, a me era anche capitato di trovare questa pagina che ne elenca diverse:
http://it.wikipedia.org/wiki/Flagellazione...zione_teologica
CITAZIONE
A quanto mi pare di aver capito, la tua dunque vorrebbe essere soprattutto una provocazione ad un certo modo di interpretare i dipinti (quantomeno di autori quattrocenteschi)?

In quanto dilettante, ovviamente, non mi dovrei permettere di esprimere giudizi su valutazioni di studiosi dai curriculum prestigiosi.
In quanto appassionato di iconografia, tuttavia, ammetto che già il fatto che si presuma che un pittore quattrocentesco si mettesse a rappresentare congiure senza esprimere con evidenza che di questo si tratta mi sembra cosa che ha a che fare con l'immaginario romantico, non con l'analisi storica della pittura.
Trovo anche poco logico pensare di affidare la comprensione di una scena dipinta ad una iscrizione, senza la quale il significato diventa oscuro. Infatti, essa poteva essere letta da pochi alfabetizzati ed inoltre trattandosi di un passo biblico che, in quanto tale, andava interpretato. Tant'è che, qui:
http://www.silviaronchey.it/libri/individu...i/corriere.html
la Ronchey indica come il "convenerunt in unum" possa essere inteso anche come riferimento a due concili.
Ma, a questo punto, andrei anche oltre, aggiungendo che mi sembra poco probabile che un artista del '400 si mettesse a dipingere una sorta di "conferenza" o di "summit" tra personaggi laici del tempo eppoi, sullo sfondo, rappresentasse una scena importante dal punto di vista religioso come la Flagellazione, finalizzando quest'ultima semplicemente ad esprimere il significato di ciò che si dicono i tre personaggi (dei quali uno, addirittura scalzo e con la tunica).
Come dicevo, non vorrei dare l'idea di mettermi a dar sentenze o cose del genere, tuttavia, per qual che so io di iconografia, la cosa più probabile mi sembra che i tre personaggi siano legati allo stesso tema religioso espresso dalla Flagellazione.
Poi, magari, su questo tema di base, è possibile che il pittore, nella scelta delle fisionomie od altro, abbia inteso anche esprimere qualcosa che era legato direttamente al suo tempo ed ad avvenimenti specifici.
Per altro, direi che quest'ultima eventuale interpretazione non possa prescindere da quella - a me comunque più o meno ignota - di base che, dato la presenza della Flagellazione, non può essere che religioso.
Ciao.
 
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MarcoSupersonic
view post Posted on 11/1/2008, 22:44




Vorrei premettere che sono anch'io un dilettante e non mi permetto di dare lezioni a chichessia; tuttavia, già che siamo qui per esporre i nostri pareri, vorrei dire che ho avuto modo, per motivi di studio, di tradire (un bel pò :P ) l'arte medievale con quella moderna (400-700) ed ho notato che esiste una sorta di incomunicabilità che coinvolge anche molti studiosi del settore. Un'incomunicabilità che ha radici profonde e che si riflette negli approcci, anche di insigni esperti, all'interpretazione di quello che alfine è uno straordinario mezzo di comunicazione. Volendo semplificare all'osso la mia idea, nel corso dei secoli, tra corsi e ricorsi, l'arte passa dall'essere rappresentativa di un'intero mondo, riflettendone le sfaccettature del pensiero (anche perchè, non dimentichiamolo, conoscendo poco di quei secoli siamo costretti a decodificarli attraverso ogni tipo di fonte), a rappresentare poco più del pensiero d'un singolo (direi la situazione dell'arte contemporanea, con tutti i distinguo del caso). Forse sono andato un pò fuori tema, ma siamo pur sempre in un forum, quindi una chiacchiera in più infine si può fare! Per ricollegarmi però vorrei dire che ho fatto questo preambolo anche perchè ti considero, seppur dilettante, come uno studioso del medioevo; molto spesso si sentono in giro delle interpretazioni piuttosto favolistiche o estremamente "moderne" appiccicate in maniera arbitraria addosso a prodotti di culture decisamente diverse dall'attuale. Mi pare tu a questo ti riferisca, ed in linea generale mi trovi pienamente d'accordo. E' per questo che, in uno dei miei primi interventi, ho scritto che mi senbrava difficile che qualcosa che nasceva all'interno del Ducato di Urbino, potesse andare troppo al di fuori di esso. Qui sappiamo tutti bene cos'erano i rapporti di committenza, cos'accadeva nel periodo particolare del quale stiamo parlando, ovvero la nascita della figura dell'artista di "corte", di cui Piero della Francesca rappresenta uno dei primi esempi. Per dire che siamo pur sempre all'inizio del Rinascimento e che molte cose sono fluide e vanno modificandosi; gli umanisti vestono di abiti mitici le vicende dei loro signori, il neo-platonismo autorizza commistioni e analogie che presto spingeranno uomini come Michelangelo a farsi serie domande su quanto residua religiosità possa esser rimasta nelle proprie opere. Certo, hai ben ragione a dire che Piero era del'400. Ma Urbino allora era quasi il non plus ultra della civiltà umanistica italiana, almeno nelle ambizioni di Federico da Montefeltro. Non era perciò assurdo pensare di vedere una visione così avanzata da porre soggetti "estranei" all'interno di un'opera sacra se negli stessi anni Benozzo Gozzoli trasformerà l'Adorazione dei Magi nella celebrazioni della famiglia De'Medici, e Botticelli lo seguirà a ruota poco dopo, modificando anche le consuetudini compositive per dare maggior spazio agli astanti in prima fila, con precise motivazioni politiche e simboliche di presenze/assenze e posture.

http://it.wikipedia.org/wiki/Immagine:Capp...e%27_medici.jpg
http://it.wikipedia.org/wiki/Adorazione_de...28Botticelli%29

Ne è strano trovare complesse allegorie che "vestono" fatti reali; non cito la "Primavera" perchè mi è chiaro che in caso di soggetti profani, l'autore aveva ben altre libertà che in fatti sacri. Ma ti vorrei mostrare questo dipinto botticelliano

http://www.umanista.net/pics/botticelli/sandro_22.jpg

dove è visibile un chiaro riferimento a fatti concreti, in definitiva l'omicidio savonaroliano, effettuato spostando il massimo evento sacro, la Crocifissione, alle porte di Firenze, ponendo inusualmente la Maddalena in solitario abbraccio a sottolineare la disperazione per una città che si dannava macchiandosi del sangue del frate. Mi rendo conto che siamo già alle porte del'500 ma ti vorrei citare le parole di Giuliano Briganti a proposito di questo dipinto di Giovanni Bellini.

http://www.fondazione-delbianco.org/images...goria_sacra.jpg

"anche per lo spettatore dell'epoca non doveva essere agevole interpretare il soggetto; s'insinuava nell'arte sacra il gusto per il mistero criptico, la passione per il soggetto misterioso che si era già introdotta nei dipinti profani di commissione privata". Siamo nel 1490. Insomma sempre 30 anni dopo la Flagellazione; ma Piero in questo senso sarebbe da vedere come un'antesignano però non così tanto in anticipo sui tempi, da poter escludere che nella Flagellazione egli volesse rappresentare qualcosa al di là dell'evento sacro, introducendo un'analogia con fatti all'epoca evidentemente molto più chiari. Se il committente è Giovanni Bacci, come si crede per via di altri lavori fatti da Piero in quegli anni, il tema saremmo di fronte ad un tema dettato da un umanista "impegnato", forse per la cappella di famiglia ma forse addirittura da spedire in dono a Federico da Montefeltro, e Piero avrebbe avuto il compito di rappresentare le sofferenze di Cristo, accomunate alla sofferenza della Chiesa, divisa tra Oriente ed occidente sotto gli occhi del sultano turco (e non c'è dubbio che Pilato non sia abbigliato alla romana), negli stessi anni in cui il Papa lanciava una crociata per liberare Costantinopoli ed i grandi del tempo (tra cui Federico) venivano chiamati a Mantova per arrivare ad un accordo...convenerunt in unum...certo c'è necessità di un pò di forzature, ma mi consola che Piero, qualunque cosa volesse dire la Flagellazione, pochi anni dopo non si tirerà indietro di fronte al capolavoro della Sacra Conversazione:

http://it.wikipedia.org/wiki/Immagine:Pier...ancesca_046.jpg

"non solo Madonna-Ecclesia, ma anche allusione a Battista Sforza, mentre il Bambino che le dorme in braccio evoca il figlio di lei Guidobaldo, erede al trono di Urbino. E' questo il motivo per cui il duca Federico appare ritratto da solo in primo piano e non, come ci si aspetterebbe in un opera di questo genere, assieme ai suoi familiari, come avverrà nella Pala Sforzesca che il duca di Milano si farà fare simile vent'anni dopo".

Non so se sono riuscito a convincerti ;) , in realtà non sono neppure certo che alla fine sia questo il pensiero giusto; però che sia plausibile, penso proprio di sì. Saluti!
 
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view post Posted on 12/1/2008, 15:07

Stupor Mundi

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ho notato che esiste una sorta di incomunicabilità che coinvolge anche molti studiosi del settore.

Già, è proprio così.
Personalmente, comunque, ho il sospetto (niente più di quello, però) che su molte opere "rinascimentali" si tenda a proiettare interpetazioni che, forse, hanno più a che fare con ciò che è stato realizzato dal XVIII secolo in poi, piuttosto che con ciò che è stato realizzato in precedenza.
CITAZIONE
ti considero, seppur dilettante, come uno studioso del medioevo

Bhè, grazie: questo mi mette quasi in imbarazzo!
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Qui sappiamo tutti bene cos'erano i rapporti di committenza, cos'accadeva nel periodo particolare del quale stiamo parlando, ovvero la nascita della figura dell'artista di "corte", di cui Piero della Francesca rappresenta uno dei primi esempi. Per dire che siamo pur sempre all'inizio del Rinascimento e che molte cose sono fluide e vanno modificandosi; gli umanisti vestono di abiti mitici le vicende dei loro signori, il neo-platonismo autorizza commistioni e analogie che presto spingeranno uomini come Michelangelo a farsi serie domande su quanto residua religiosità possa esser rimasta nelle proprie opere. Certo, hai ben ragione a dire che Piero era del'400. Ma Urbino allora era quasi il non plus ultra della civiltà umanistica italiana, almeno nelle ambizioni di Federico da Montefeltro. Non era perciò assurdo pensare di vedere una visione così avanzata da porre soggetti "estranei" all'interno di un'opera sacra se negli stessi anni Benozzo Gozzoli trasformerà l'Adorazione dei Magi nella celebrazioni della famiglia De'Medici, e Botticelli lo seguirà a ruota poco dopo, modificando anche le consuetudini compositive per dare maggior spazio agli astanti in prima fila, con precise motivazioni politiche e simboliche di presenze/assenze e posture.

Trovo che la serie di esempi che hai proposto - che, tra l'altro, credo potrebbe offrire spunto per infinite discussioni su simbolismi, ecc... - aiuti bene a precisare il senso di ciò che cercavo di esprimere.
Forse la mia considerazione è in parte scontata, ma segnalo che tutti gli esempi che hai riportato sono dipinti di soggetto sacro con temi religiosi su cui si sono sovrapposte una serie di allusioni simboliche utili a richiamare situazioni allora contemporanee.
Credo che questo modo di rappresentare fatti e avvenimenti sia in linea di massima coerente con la tradizione e, francamente, non trovo frattura assoluta tra questo genere di immagini e quelle dei secoli precedenti, medievali (se non nelle forme, ma questo sarebbe evidentemente un altro discorso).
Ciò che è stato proposto per la Flagellazione (ovvero come esso è stato interpretato dagli studiosi), invece, mi pare nettamente diverso dai casi da te segnalati proprio nella concezione di fondo.
Insomma, secondo le interpretazioni degli studiosi, nella Flagellazione si avrebbe una rappresentazione di una congiura (o di un complotto, o di una discussione politica, ecc...) e il soggetto sacro della Flagellazione del Cristo sarebbe presente semplicemente per esprimere più chiaramente quanto raffigurato in primo piano (tre uomini che si consultano).
Qudini, quest'ultimo punto di vista - che, in definitiva, subordinerebbe il soggetto sacro a quello, chiamiamolo così, "mondano" - mi sembra radicalmente improponibile per un dipinto eseguito alla fine del '400. Piuttosto, a mio parere, solo considerando i tre personaggi come anch'essi protagonisti di un soggetto sacro si può inserire l'iconografia della "Flagellazione" nell'insieme degli altri esempi che tu hai proposto.
Poi, certamente, in esso come negli altri, esistono verosimili riferimenti alle realtà allora contemporanee, ecc.... Tuttavia, come dicevo, mi sembra che nelle suddette interpretazioni il livello di lettura chiamiamolo "di base" sia stato semplicemente ignorato.
In ogni caso, ribadisco ovviamente che quanto appena esposto è frutto di opinione puramente personale...
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Mi rendo conto che siamo già alle porte del'500 ma ti vorrei citare le parole di Giuliano Briganti a proposito di questo dipinto di Giovanni Bellini.

http://www.fondazione-delbianco.org/images...goria_sacra.jpg

"anche per lo spettatore dell'epoca non doveva essere agevole interpretare il soggetto; s'insinuava nell'arte sacra il gusto per il mistero criptico, la passione per il soggetto misterioso che si era già introdotta nei dipinti profani di commissione privata".

La trovo un'opera davvero bellissima, peccato che l'immagine sia così sfocata.
Anche in questo caso, comunque, direi che le allusioni (piuttosto esoteriche, direi) che mi pare di intravedere appartengano principalmente all'ambito del simbolismo teologico - filosofico, piuttosto che politico.
Ciao.
 
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MarcoSupersonic
view post Posted on 12/1/2008, 20:14




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Insomma, secondo le interpretazioni degli studiosi, nella Flagellazione si avrebbe una rappresentazione di una congiura (o di un complotto, o di una discussione politica, ecc...) e il soggetto sacro della Flagellazione del Cristo sarebbe presente semplicemente per esprimere più chiaramente quanto raffigurato in primo piano (tre uomini che si consultano).
Qudini, quest'ultimo punto di vista - che, in definitiva, subordinerebbe il soggetto sacro a quello, chiamiamolo così, "mondano" - mi sembra radicalmente improponibile per un dipinto eseguito alla fine del '400.

Quello che dici è certamente vero: ma io provo a rovesciarti la domanda: perchè Piero Della Francesca ha dipinto quei soggetti in primo piano? In definitiva, è lui stesso che ci ha creato il problema, perchè ha messo la Flagellazione sullo sfondo di un'altra rappresentazione che a 500 anni di distanza, ci sfugge. Ora io penso che tu abbia ragione sul fatto che è davvero parecchio strano che un pittore tardo medievale usi una scena religiosa in maniera "strumentale"; però l'unica cosa che non possiamo negare è proprio che la scena che coinvolge Gesù non sia in primo piano (seppur non sia tecnicamente corretto dire che è sullo sfondo: sono state fatte anche delle misurazioni prospettiche e le figure in primo piano, in particolare il giovane, sono "fuori scala"). In realtà io sposo l'idea che il quadro rappresenti due scene, separate, unite dall'analogia suggerita dalla frase del Salmo del venerdì Santo. Questo spiegherebbe anche le anomalie prospettiche di un "mago" della materia come Piero (anche se il rispetto della stessa non era una regola inderogabile, penso sia significativo che le 2 aree, come leggo da wikipedia, siano tra di loro in "rapporto aureo" :wacko: qualunque cosa questo benedetto 1,618 voglia dire!). Insomma, l'anomalia che citi è grande, ma rimane anche dando un significato religioso a quegli uomini in primo piano..a meno che non si tratti di qualcosa (mi viene in mente) tipo una concordanza biblica...ma credo che se ci fosse stato qualcosa di evidente in questo campo, qualche conoscitore l'avrebbe da tempo evidenziato! Insomma, il mistero rimane.. :shifty:
 
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view post Posted on 13/1/2008, 12:50

Stupor Mundi

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perchè Piero Della Francesca ha dipinto quei soggetti in primo piano? In definitiva, è lui stesso che ci ha creato il problema, perchè ha messo la Flagellazione sullo sfondo di un'altra rappresentazione che a 500 anni di distanza, ci sfugge. Ora io penso che tu abbia ragione sul fatto che è davvero parecchio strano che un pittore tardo medievale usi una scena religiosa in maniera "strumentale"; però l'unica cosa che non possiamo negare è proprio che la scena che coinvolge Gesù non sia in primo piano (seppur non sia tecnicamente corretto dire che è sullo sfondo: sono state fatte anche delle misurazioni prospettiche e le figure in primo piano, in particolare il giovane, sono "fuori scala"). In realtà io sposo l'idea che il quadro rappresenti due scene, separate, unite dall'analogia suggerita dalla frase del Salmo del venerdì Santo.

Bhè, come si diceva, forse il quesito che poni potrebbe avere una possibile soluzione se si considerassero i tre personaggi in primo piano - e che quindi, necessariamente, sono protagonisti del quadro - in una dimensione religiosa che comprende anche la scena della "Flagellazione".
CITAZIONE
..a meno che non si tratti di qualcosa (mi viene in mente) tipo una concordanza biblica...ma credo che se ci fosse stato qualcosa di evidente in questo campo, qualche conoscitore l'avrebbe da tempo evidenziato! Insomma, il mistero rimane.

Già, è vero: il discorso non necessariamente potrebbe coinvolgere solo tre evangelisti, come avevo ipotizzato io, bensì potrebbe riguardare anche profeti o chi comunque sia stato messo tradizionalmente in relazione con l'episodio della "Flagellazione".
Quanto agli esperti, forse non è detto che qualcuno non ci abbia pensato. D'altra parte, nel caso, in effetti, il problema riguarda non solo il significato complessivo del quadro, ma anche le singole iconografie dei personaggi ed è questo, direi, un ulteriore fattore di complicazione.
In ogni caso, penso sia innegabile che in questo modo davvero Piero della Francesca abbia realizzato un'opera dal contenuto piuttosto "esoterico" e, tra l'altro, mi viene da chiedera anche il perché di questa allusività tanto evidenziata quanto oscura nel signficato.
Ciao.
 
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MarcoSupersonic
view post Posted on 16/1/2008, 17:31




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Bhè, come si diceva, forse il quesito che poni potrebbe avere una possibile soluzione se si considerassero i tre personaggi in primo piano - e che quindi, necessariamente, sono protagonisti del quadro - in una dimensione religiosa che comprende anche la scena della "Flagellazione".

Secondo te è proprio impossibile che questi 3 personaggi siano per così dire "civili" messi in relazione ad un fatto comunque strettamente connesso al sentimento religioso del tempo qual'era l'indizione di una crociata per liberare Costantinopoli dal giogo turco? E questo simbolismo ti parrebbe viceversa possibile qualora fosse sovrapposto ad uno di carattere religioso, come una concordanza biblica (a questo punto da ritrovare)? Se ho ben capito tu escludi che quello "civile" possa essere l'unico significato ma non che questo possa esistere in seconda battuta, suggerito da analogie "scoperte" soprattutto dall'abbigliamento e dagli atteggiamenti dei personaggi.

CITAZIONE
il problema riguarda non solo il significato complessivo del quadro, ma anche le singole iconografie dei personaggi ed è questo, direi, un ulteriore fattore di complicazione

Dico così anche in relazione al fatto che l'iconografia di Pilato (ed Erode, che si suppone sia l'uomo di spalle) è direi piuttosto singolare...ed appare complicato sostenere che si tratti dell'aspetto di un togato romano e non di "orientale"...insomma seguendo il ragionamento sarebbe tutto da leggere così: Pilato in prima lettura, l'imperatore d'Oriente in seconda, Erode in prima, il sultano turco in seconda ecc. Ovviamente gli uomini in prima fila rimangono il problema..sarebbe interessante sapere se c'è stata qualche proposta di lettura "biblica".

CITAZIONE
n ogni caso, penso sia innegabile che in questo modo davvero Piero della Francesca abbia realizzato un'opera dal contenuto piuttosto "esoterico" e, tra l'altro, mi viene da chiedera anche il perché di questa allusività tanto evidenziata quanto oscura nel signficato.

Conoscendo Piero Dalla Francesca dalle altre sue opere note, direi sia da escludere che fosse uno a cui piacesse fare "giochetti" enigmistici. Dunque il significato che è oscuro a noi non doveva essere tale per i contemporanei, o quantomeno per i committenti a conoscenza di qualcosa che, ahinoi, ci sfugge.
Rimane il fascino innegabile di un'opera che percepiamo comunque densa di significato, anche se fin'ora in parte "oscuro".

Ti allego una foto (spero migliore) dell'opera di Bellini prima citata e mi unisco all'apprezzamento per quest'altro pilastro dell'arte quattrocentesca.

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view post Posted on 17/1/2008, 12:00

Stupor Mundi

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Se ho ben capito tu escludi che quello "civile" possa essere l'unico significato ma non che questo possa esistere in seconda battuta, suggerito da analogie "scoperte" soprattutto dall'abbigliamento e dagli atteggiamenti dei personaggi.

Sostanzialmente, nel caso della Flagellazione, direi che la penso come tu hai indicato.
Notoriamente, Piero della Francesca ha rappresentato opere di soggetto, diciamo così, "mondano" (vedi, ad es., i ritratti di Federico da Montefeltro, di Sigismondo Malatesta, ecc...), ma pensare che un'immagine dall'importante contenuto religioso e teologico come qeulla della "Flagellazione" sia stata usata strumentalmente per suggerire una situazione di carattere "mondano", francamente mi parrebbe improponibile per un autore quattrocentesco come Piero.
D'altra parte, il fatto stesso che poi sui tre personaggi in primo piano non si faccia altro che sovrapporre ipotesi su ipotesi, mi dà l'idea che, nel caso, (mi sto lanciando in una metafora un po' impervia :perv: :templar:) si sia, per così dire, "perso il centro" per l'interpretazione del dipinto.
Ma, come sempre, ripeto: si tratta di un opinione puramente personale.
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Dico così anche in relazione al fatto che l'iconografia di Pilato (ed Erode, che si suppone sia l'uomo di spalle) è direi piuttosto singolare...ed appare complicato sostenere che si tratti dell'aspetto di un togato romano e non di "orientale"...insomma seguendo il ragionamento sarebbe tutto da leggere così: Pilato in prima lettura, l'imperatore d'Oriente in seconda, Erode in prima, il sultano turco in seconda ecc. Ovviamente gli uomini in prima fila rimangono il problema..sarebbe interessante sapere se c'è stata qualche proposta di lettura "biblica".

Sì, una cosa del genere, direi.
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Conoscendo Piero Dalla Francesca dalle altre sue opere note, direi sia da escludere che fosse uno a cui piacesse fare "giochetti" enigmistici. Dunque il significato che è oscuro a noi non doveva essere tale per i contemporanei, o quantomeno per i committenti a conoscenza di qualcosa che, ahinoi, ci sfugge.

Bhè, mi sembra che Piero si possa ritenere il tipico artista di corte, le cui opere erano realizzate per essere comprese da una cerchia più o meno vasta di iniziati; a coloro che erano fuori da detta cerchia, in tanti casi, non rimaneva che basarsi su ciò che richiamava le iconografie consuete, senza la possibilità tuttavia di afferrare pienamente il significato complessivo.
CITAZIONE
Ti allego una foto (spero migliore) dell'opera di Bellini prima citata e mi unisco all'apprezzamento per quest'altro pilastro dell'arte quattrocentesca.

Ti ringrazio per l'immagine che ho senz'altro scaricato.
Mi pare che anche su questa cosa si potrebbe sviluppare - eventualmente, se Janus lo riterrà e se gli argomenti in ballo non sono già troppo pesanti - una discussione.
Per conto mio, forse farei bene a non propinare ulteriori provocazioni sul simbolismo. Tuttavia il dipinto è tanto bello che non resisto a :wacko: a suggerire come il disegno quadrato sul pavimento con l'albero nel mezzo richiami, almeno secondo me, il tema della Gerusalemme celeste quadrata con l'abero della vita al centro.
Ciao.
 
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view post Posted on 17/1/2008, 13:11
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Angelo

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Mi pare che anche su questa cosa si potrebbe sviluppare - eventualmente, se Janus lo riterrà e se gli argomenti in ballo non sono già troppo pesanti - una discussione.

Se a Marco va bene ... la apriamo subito! Fatemi sapere!
 
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MarcoSupersonic
view post Posted on 18/1/2008, 15:43




Ok, io posso dare il mio primo contributo scrivendo due parole su Bellini figlio e fratello di pittori (copia incolla dei miei appunti...)

GIOVANNI BELLINI (1432-1516) , fu il genio della famiglia e di tutta la pittura veneziana del'400, con Andrea Mantegna, il più grande pittore dell'Italia settentrionale. Fu l'inventore, insieme ad Antonello da Messina, di un nuovo modo di dipingere, non solo formale ma anche iconografico: da esso discese lo stile dell'arte veneta almeno fino al 1700. Non fu un genio precoce, ma la sua carriera propone una costante e strabiliante progressione. La sua educazione si svolse a Venezia, con il padre Jacopo ed Antonio Vivarini; un'ambiente tardogotico temperato da protoclassicismi. Da questo clima raffinato ed astratto lo distolse il fulminante incontro con Andrea Mantegna, divenuto intimo dei Bellini tanto da sposare, nel 1453, la sorella di Giovanni, Nicolosia. Andrea gli comunicò i suoi ideali umanistici: la figura ben definita plasticamente, quasi scolpita in una materia dura e tagliente, il paesaggio aspro e scheggiato. Giovanni non rispose acriticamente: abolì l'enfasi mantegnesca per l'archeologia sostituendovi il gusto per la natura ed il paesaggio; rivalutò il fattore colore che Mantegna subordinava al disegno, cercando cromie più naturali che l'aiutassero a superare, col sentimento e la comunicatività, l'austero superomismo di Mantegna
....
L'archeologia, dilagante in Mantegna, era raramente usata in Bellini: per lui la verità religiosa non doveva confrontarsi con la storia, ma con la natura. Con il veneto ci avviciniamo al momento in cui la pittura si sarebbe svincolata dalla tirannia del tema nobile ed il paesaggio sarebbe divenuto degno d'essere dipinto anche come soggetto autonomo.
....
Capitali furono gli incontri con Piero Della Francesca e Antonello da Messina...la spazialità non si manifestava solo con mezzi prospettici, ma anche cromatici, come predicava Piero: ma la sua lezione andava corretta in senso naturalistico...Antonello era più naturale e luministico, Giovanni più monumentale; comune era la base pierfrancescana.
...Bellini divenne il più straordinario pittore di paesaggio dell'Italia quattrocentesca. Vi è una serenità religiosa nelle sue descrizioni, una specie di panteistico senso divino della natura...esplorò nuovi modi di comporre ed anche in tarda età fu pittore moderno ed aperto istanze delle nuove leve.

Riguardo poi al dipinto che stiamo analizzando:
..committenti più audaci del resto, stimolavano a nuove iconografie: la cd. Allegoria Sacra degli Uffizi (prima del'500, forse del 1489) è un quadro stranissimo, da alcuni interpretato come “il Paradiso”, in effetti, una sacra conversazione vista di lato. Bellini delle chiare e solenni pale d'altare, dimostrava di poter reggere il livello anche di composizioni intellettualistiche...
..anche per lo spettatore dell'epoca non doveva essere agevole interpretare il soggetto; s'insinuava nell'arte sacra il gusto per il mistero criptico, la passione per il soggetto misterioso che si era già introdotta nei dipinti profani di commissione privata.

(PS: se la data del 1489 è giusta, abbiamo ancora ben 3 anni di medioevo :templar2: , quindi siamo pienamente in tema :perv: )

A voi.
 
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16 replies since 6/1/2008, 12:36   1991 views
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