La scuola riminese e gli affreschi di sant'Agostino

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MarcoSupersonic
view post Posted on 8/5/2007, 20:35




Come detto,l'occasione di un passaggio a Rimini è stata da me presa al volo allo scopo di dare un'occhiata al Tempio Malatestiano, uno dei primi episodi architettonici rinascimentali (è quasi arrivato il momento per me di confrontarmi con l'esame di storia dell'arte moderna) e di vedere un'altra delle tappe giottesche; rispetto ad Assisi e Padova e Firenze, qui (come del resto a Milano, a Roma e a Napoli) non rimangono che frammenti dell'opera del maestro fiorentino, che doveva avere affrescato presumibilmente la chiesa francescana prima della ricostruzione malatestiana (come li vogliamo chiamare, distruttori illuminati?). :angry:
Tuttavia, a Rimini Giotto si desume, nel senso che la traccia più sensibile è quella lasciata nell'opera di alcuni artisti etereogenei, per lo più noti solo con i nomi di battesimo (Giovanni, Giuliano, Neri, Pietro, Francesco), alcuni di questi parenti o quanto meno appartenenti alla stessa bottega. Universalmente noti come "scuola riminese" sono rimasti famosi per aver interpretato in maniera pronta ed in buona parte originale l'esempio giottesco; tradizionalmente si dice che hanno installato i nuovi concetti di spazialità e naturalismo giottesco in una base coloristico-concettuale ancora pseudobizantina, il famoso influsso veneziano, che poi altro non sarebbe che il prodotte della forte ammirazione e dei contatti con l'Oriente che permeavano l'arte prodotta nella città lagunare.
Ovviamente poi si tratta di categorie concettuali molto elastiche, perché lo stesso Giotto sarà permeato ed influenzato, dal punto di vista coloristico, dall'ambiente Veneto, nella sua "svolta padovana". Del resto, è chiaro che arte, botteghe e stili non sono compartimenti stagni, nella pittura ancor di più che nell'architettura (dove almeno nel medioevo, l'opera mantiene una sua più forte radice ed aderenza ad un discorso unitario).
Molti dei prodotti riminesi non sono più a Rimini, un pò perchè non essendo molto più che una cittadina, molte delle committenze erano "esterne" richiamate dal buon nome delle botteghe, un pò perchè i riminesi hanno goduto per molto tempo di una "cattiva stampa", forse anche per la difficoltà di identificare storicamente i personaggi e delineare la figura principe di un caposcuola. ciò che è rimasto è tutto praticamente in una stanza del museo civico, dove sono esposti alcuni crocifissi e polittici, e nella chiesa di S.Agostino / S.Giovanni, dove un provvidenziale terremoto mise in evidenza all'inizio del'900 l'affrescatura dell'abside, della cappella di Maria nel campanile, e della controfacciata (con un Giudizio Universale che staccato, ora è depositato e ricomposto al Museo).
Nella chiesa di S.Agostino è presente anche un crocifisso, fortemente ispirato al Malatestiano, attribuito a Giovanni.
Questa lunga introduzione non per fare una lezioncina (anche se in fin dei conti non credo sia male aprire dei topic in maniera generica, il forum non è iper frequentatissimo, ma può essere di richiamo per qualcuno ed essere "aggiornato" un pò alla volta..che ne pensate?) ma perchè in effetti, in attesa anche di documentarmi un pochino, avevo scritto alcune impressioni come come "promemoria", anche magari da scambiare con Flavius, che mi ha segnalato del resto il ciclo agostiniano.
Se pensate che sia il caso (sono un pò lunghe) e possano interessare, le "posto" insieme a qualche foto!
Saluti
 
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view post Posted on 9/5/2007, 11:52
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Angelo

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CITAZIONE (MarcoSupersonic @ 8/5/2007, 21:35)
Questa lunga introduzione non per fare una lezioncina (anche se in fin dei conti non credo sia male aprire dei topic in maniera generica, il forum non è iper frequentatissimo, ma può essere di richiamo per qualcuno ed essere "aggiornato" un pò alla volta..che ne pensate?) ma perchè in effetti, in attesa anche di documentarmi un pochino, avevo scritto alcune impressioni come come "promemoria", anche magari da scambiare con Flavius, che mi ha segnalato del resto il ciclo agostiniano.
Se pensate che sia il caso (sono un pò lunghe) e possano interessare, le "posto" insieme a qualche foto!

Ma certamente, in fondo é quello che sto facendo anch'io nel topic sul Gioco del Filetto: é utile per se stessi per riordinare le idee e per gli altri ... ovvero per trovare altri "nostri simili"! :P
Fai pure! ;)
 
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view post Posted on 9/5/2007, 13:49

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Se pensate che sia il caso (sono un pò lunghe) e possano interessare, le "posto" insieme a qualche foto!

Personalmente, le trovo senz'altro interessanti; inoltre, penso forniscano di stimolo alle discussioni.
CITAZIONE
Tuttavia, a Rimini Giotto si desume

Forse l'hai già notato durante la tua visita. Ad ogni modo segnalo che, dell'opera che Giotto compì nella chiesa di S. Francesco - prima che venisse trasformata divenendo Tempio Malatestiano -, è superstite il crocifisso, che è questo:
http://www.christusrex.org/www1/giotto/MCR-rimini-l.jpg
CITAZIONE
avevo scritto alcune impressioni come come "promemoria", anche magari da scambiare con Flavius, che mi ha segnalato del resto il ciclo agostiniano.

Tanto per aggiungere qualcosa, segnalo che la nascita della scuola riminese costituisce tuttora un problema per i critici.
In effetti, gli artisti della scuola che si sviluppò all'inizio del XIV secolo si formarono probabilmente nei lavori alla basilica francescana di Assisi.
Tuttavia la scuola non è sorta dal nulla e certamente esistevano anche in precedenza degli artisti in città.
Purtroppo la pittura duecentesca riminese è quasi scomparsa (es.fino alla II guerra mondiale esisteva questo: http://www.fondazionezeri.unibo.it/ita/zoom.asp?id=24715 ),
Questa è appunto una delle ragioni per cui sarebbe interessante portare pienamente alla luce quanto è stato ritrovato recentemente e di cui si tratta qui:
http://medioevo.forumfree.net/?t=7234478
Ciao.
 
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MarcoSupersonic
view post Posted on 9/5/2007, 17:49




CITAZIONE
In effetti, gli artisti della scuola che si sviluppò all'inizio del XIV secolo si formarono probabilmente nei lavori alla basilica francescana di Assisi.

Davvero? Da quello che so, ad Assisi furono attivi maestri da molte parti d'Italia, ma principalmente romani e toscani (oltre a qualche autoctono umbro, ed i "maestri oltrementani", soprattutto quelli delle vetrate).
Mi è sempre capitato di leggere che la scuola "esplose" al passaggio di Giotto a Rimini. Per i precedenti, invece, posso segnalarti che un libro che mi pare si chiami "il 300 riminese", riportava tavole dei cd. "maestri di Forlì e Faenza" e soprattutto quelle del maestro del capitolo della Pomposa (che purtroppo non sono ancora riuscito a visitare).

Partendo proprio da Giotto, vorrei dire che sono d'accordo con coloro che pongono il suo passaggio a Rimini all'alba del 1300. Anche a me il Crocifisso Malatestiano appare intermedio tra S.Maria Novella e Padova, seppur non per i motivi che ho letto addotti dalla critica. Ovviamente sono mie personalissime impressioni, ma a me pare che Giotto da Padova in poi cominci a dipingere "statue" più che personaggi, o meglio a "scolpire con il pennello, nel senso di un progressivo annullamento delle annotazioni naturalistiche e drammatiche per privilegiare la monumentalità delle figure, la loro modellazione tridimensionale nello spazio, nonché la “progettualità” delle scene, con la rimozione ad esempio dei chiaroscuri più affilati che ancora tagliano il volto di Cristo a Rimini ed una loro distribuzione più diffusa e scultorea (non so se è chiaro il concetto che volevo esprimere).
Il modello riminese che più prende e si avvicina all’originale è proprio quello presente in S.Agostino, attribuito a Giovanni. Riguardo a questo esemplare, a mio parere splendido e non sufficientemente valorizzato nell’illuminazione, direi che un discorso a parte, che coinvolgerebbe inevitabilmente l'intera pittura su tavola riminese.
Tornando agli affreschi di S.Agostino/S.Giovanni, sono divisi in 3 cicli, 2 ancora effettivamente in loco, l’ultimo come già detto trasportato al museo. Sono ascritti a 3 autori differenti; l’ipotesi mi trova sostanzialmente d’accordo anche se come dicono i critici, tra le opere non mancano le differenze ma nemmeno le comunanze.
Ho avuto la possibilità di osservare anche quelli della cosiddetta “Cappella di Maria” che in realtà corrisponde al campanile, accessibile dal presbiterio; questi purtroppo sono molto rovinati (anzi appaiono quasi sfregiati a bella posta) e malamente illuminati, per cui dal vivo non avevo potuto apprezzarli. Stranamente la mia macchinetta riesce a fotografare meglio in pose estreme che quando è tutto a posto, per cui li ho potuti ammirare nelle foto. Sono narrate le storie della Vergine, mentre nell’abside c’è una maestà ed una deesis, ai lati “storie di San Giovanni e Sant’Agostino”.

[img=http://img101.imageshack.us/img101/3050/forum1gq6.th.jpg]
[img=http://img527.imageshack.us/img527/3680/forum2du6.th.jpg]

A riguardo di questi la mia opinione è che le storie di Maria non siano solo qualitativamente superiori a quelle del presbiterio, ma forse anche più tarde. Sia o meno Giovanni da Rimini l’autore, si nota una concezione spaziale illusionistica (la c.d. “scatola prospettica”) alla base del progetto, non solo per via delle colonnine tortili al posto dell’incorniciatura a fregio, o delle mensole in scorcio. Pur non trovandoci di fronte ad una prospettiva “scientifica” si nota chiaramente l’intenzione dell’autore di costruire le sue figure “nello spazio” e non “con lo spazio”, che è quello che avviene nel coro, dove le innovazioni grottesche, pur splendidamente ricevute (possiamo a questo punto solo immaginare che livello dovessero avere gli affreschi di S.Francesco) nella realizzazione di architetture, nello scorcio dei visi, nel rilievo delle figure, rimangono disattese nelle progettualità, laddove il paesaggio è pensato come “quinta scenica”, tant’è che l’autore non sente il bisogno di dividere la narrazione, e piega più di una volta il suo sfondo alle esigenze della comunicazione.
C’è una similitudine, sempre secondo le mie impressioni, che accomuna il coro con la ex-controfacciata, ovvero quello che io chiamo “senso monumentale”, in virtù del quale l’autore (o gli autori) degli affreschi tendono a rendere maggiormente maestosa la figura non tanto lavorando sul rilievo quanto “slargando” frontalmente la figura. A tal proposito è didattico un confronto con le “storie di Maria”, laddove è evidente la maggiore linearità delle figure.

[img=http://img103.imageshack.us/img103/9930/forum3ml7.th.jpg]
[img=http://img103.imageshack.us/img103/3253/forum4jb5.th.jpg]
[img=http://img510.imageshack.us/img510/772/forum5ci1.th.jpg]

Resta chiaro che purtroppo il “giudizio universale” e le “storie di Maria” sono troppo rovinati per poter dare un senso d’impatto accessibile anche al di fuori delle ricerche critiche; anche le mie annotazioni sul cromatismo freddo (come si osserva ad esempio nel "noli me tangere") dei riminesi e sul relativo rilievo del disegno, sono in qualche modo dubitative; ci sono alcune parti dell'affreso del coro, le meglio conservate, che lasciano a questo proposito un'impressione diversa e diventa difficile (almeno per me) immaginare l'effetto originale: del resto non sono nient'altro che impressioni. Per via delle stesse motivazioni prima citate è plausibile anche l’idea che a lavorarvi sopra fosse la stessa bottega che ha visto personalità diverse all’opera, o che, come ho letto, possa esserci stato uno “scarto” tra le realizzazioni che “giustificherebbe” le differenze comunque esistenti tra gli affreschi. Voglio segnalare in ultimo la notevole Vergine con il Bambino, che per le scelte cromatiche di tonalità fredde e lucide, e la straordinaria dolcezza del bambino è, nonostante un certo arcaicismo del viso, una delle più belle mi sia capitato di vedere.

[img=http://img352.imageshack.us/img352/4657/forum6mx3.th.jpg]

Edited by MarcoSupersonic - 9/5/2007, 19:09
 
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view post Posted on 9/5/2007, 18:48

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Mi è sempre capitato di leggere che la scuola "esplose" al passaggio di Giotto a Rimini. Per i precedenti, invece, posso segnalarti che un libro che mi pare si chiami "il 300 riminese", riportava tavole dei cd. "maestri di Forlì e Faenza" e soprattutto quelle del maestro del capitolo della Pomposa (che purtroppo non sono ancora riuscito a visitare).

Credo che la formazione assisiate degli artisti riminesi sia pressoché certa; ultimamente si è parlato di presenza nel cantiere di Assisi, in precedenza si parlava, più genericamente, di "conoscenza".
Oltretutto, i loro lavori trecenteschi sono spessissimo connessi a presenze o comunque influenze francescane e l'Ordine francescano dovette utilizzare i riminesi in modo quasi sistematico.
Almeno a quanto riferiscono gli esperti, la cappella con le Storie della Vergine - assegnate a Giovanni da Rimini - è quella che più rimanda al Giotto assisiate (es. la presenza delle colonne tortili). Caratteristica di arcaicità di questi affreschi (che, a mio parere, rappresenta anche gran parte del loro fascino) sarebbe la ieracità dei personaggi raffigurati che rimanda ad una pittura ancora profondamente influenzata dal mondo bizantino.
Quanto alla cronologia, ovviamente le valutazione sono diverse, anche se, tendenzialmente, la presenza di Giotto in Rimini dovrebbe risalire a qualche anno prima del 1300. In ogni caso, indipendentemente dalla presenza di Giotto, alcuni critici pongono la datazione della cappella del campanile agli ultimi anni del XIII secolo, altri a pochi anni dopo.
Le pitture dell'abside invece, in quanto più "gotiche" risalirebbero al primo-secondo decennio del XIV secolo, tenendo conto che nel 1312 si tenne nella chiesa un Capitolo generale degli Agostiniani, per cui, verosimilmente, per quell'anno un certo rinnovamento della chiesa era stato compiuto.
CITAZIONE
C’è una similitudine, sempre secondo le mie impressioni, che accomuna il coro con la ex-controfacciata, ovvero quello che io chiamo “senso monumentale”, in virtù del quale l’autore (o gli autori) degli affreschi tendono a rendere maggiormente maestosa la figura non tanto lavorando sul rilievo quanto “slargando” frontalmente la figura.

Credo che sia di qualche interesse segnalare che il Giudizio Universale, che come sai, solitamente si trova nella controfacciata, nel caso si trovava nell'arco trionfale ed era connesso, anche in termini logici, alla presenza delle Storie di S. Giovanni (assieme a quelle di S. Agostino) nel coro. Questo, tra l'altro, direi che aveva conseguenza sull'impostazione simbolica complessiva dell'iconografia della chiesa.
Certamente il Giudizio e le pitture del coro furono eseguite dagli stessi autori, anche se non è chiaro chi le eseguì: forse si trattò di un lavoro corale di diversi autori o forse si trattò di un altro pittore del quale si conosce il nome ma non l'opera.
Eventualmente, se per caso tu fossi interessato ai pittori riminesi, ti segnalo il catalogo della mostra. "Il Trecento riminese. Maestri e botteghe tra Romagna e Marche".
Si tratta di un volume del 1995, con molte immagini ed informazioni - basate su criteri puramente estetici - piuttosto aggiornate.
Ciao.
P.s.
CITAZIONE
maestro del capitolo della Pomposa (che purtroppo non sono ancora riuscito a visitare

Direi che vale senz'altro la pena di visitare Pomposa per diverse ragioni.

Edited by FlaviusStilicho - 9/5/2007, 20:07
 
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MarcoSupersonic
view post Posted on 11/5/2007, 10:59




Vedo che non siamo d'accordo praticamente su niente :D meglio così, c'è spazio per la discussione, del resto tu che sei del luogo hai certamente una conoscenza più approfondita della mia.

CITAZIONE
Credo che la formazione assisiate degli artisti riminesi sia pressoché certa; ultimamente si è parlato di presenza nel cantiere di Assisi, in precedenza si parlava, più genericamente, di "conoscenza"

Ho dato un'occhiata al libro che hai citato, in effetti è lo stesso che avevo già visto; l'ho preso in prestito ma è mooolto corposo :-) comunque mi pare d'aver letto che le attribuzioni ai riminesi dovrebbero venire dal Bellosi, che è uno dei massimi conoscitori di Giotto, tra l'altro è il "responsabile" della retrodatazione degli affreschi in San Francesco all'inizio degli anni'90 (che a cascata, ha spostato indietro tutti i lavori di Giotto successivi). Ho anche il libro "La pecora di Giotto" (a dire la verità l'ho letto per metà,in quanto mi serviva per l'approfondimento tematico all'università ma causa dei vari impegni ho dovuto derubricare l'esame) dove Bellosi esprime magistralmente le sue teorie, dunque non mi sogno nemmeno di metterle in dubbio. Tuttavia, mi chiedo dove sia il lavoro dei riminesi: stiamo parlando ovviamente della basilica superiore e delle storie di san Francesco, escludendo l'opera della scuola romana, rimane la volta dei dottori (la cui attribuzione mi risulta sempre essere a Giotto) e le ultime storie della navata sinistra, quelle normalmente riferite a "bottega" o al "maestro della Santa Cecilia". E'qui che avviene la collaborazione dei riminesi? Se la risposta è affermativa sorgerebbe (credo) un problema, ovvero come mai Giotto, al posto di affidare la terminazione d'un lavoro alla sua bottega (peraltro, se le ipotesi di Bellosi sono corrette, tramonta l'ipotesi per cui Giotto dovette abbandonare in fretta Assisi perchè chiamato da Bonifacio VIII per i lavori del Giubileo) lo delegasse a dei pittori esterni.
Segnalo comunque che il discorso su cui ci siamo impelagati è uno dei grandi enignmi della storia dell'arte!

CITAZIONE
Almeno a quanto riferiscono gli esperti, la cappella con le Storie della Vergine - assegnate a Giovanni da Rimini - è quella che più rimanda al Giotto assisiate (es. la presenza delle colonne tortili). Caratteristica di arcaicità di questi affreschi (che, a mio parere, rappresenta anche gran parte del loro fascino) sarebbe la ieracità dei personaggi raffigurati che rimanda ad una pittura ancora profondamente influenzata dal mondo bizantino.

Penso che qui sia semplicemente un modo diverso di guardare le cose; è chiaro che le Storie della Vergine sono quelle più simili alle assisiate (del resto avevo scritto nel mio intervento che parevano più “avanti” nella lezione giottesca), se si ammette una vicinanza così forte ed un’abilità così precoce da permettere al maestro Giovanni (o chi per lui) di partecipare al cantiere di Assisi, allora ha senso anche porle avanti alle altre, che reinterpretano le idee in maniera differente e secondo la sensibilità del secondo frescante. Sulla ieracità mi è difficile dire qualcosa di più preciso, da quello che si vede della “Presentazione di Maria” riesco ad esprimere solo un giudizio di massima sulla costruzione delle figure. Sarebbe bello avere una foto ben fatta dell’Annunciazione, che mi pare la pittura in migliore stato.

CITAZIONE
Le pitture dell'abside invece, in quanto più "gotiche" risalirebbero al primo-secondo decennio del XIV secolo

Qui vorrei capire cosa intendi per più gotico; per quel che ne so io, in pittura gotico significa schemi costruttivi meno portati alla compassata classicità, linearismo anche esasperato (tipo Vitale da Bologna, per intenderci), attenzione spostata alla decorativa ed all’orpello, più che al realismo ed alla monumentalità. Penso anche qui sia questione di punti di vista: io ho interpretato come arcaicismi la mancata divisione delle storie (anche se tale fenomeno si ritrova anche nelle Storie di San Silvestro di Maso di Banco), la presenza dei fregi divisori in luogo delle mensole in scorcio e delle colonne (questa mi sembra in effetti strana, anche se mi rendo conto che è la stessa utilizzata da Giotto a Padova, che però separa per bene gli episodi l’uno dall’altro), nonché quella che mi appare una certa frontalità nella deesis (mi pare che il Cristo sia monumentale in quanto a superficie pittorica, piuttosto che essere reso attraverso la plasticità, e questo è certamente un bizantinismo). Anche la Maestà, presenta tratti ambivalenti. Da una parte c’è la dolcezza della composizione e la proporzionalità delle figure, dall’altra c’è l’asimmetria degli occhi e della bocca: comunque si tratta di dettagli sui quali si può discutere, soprattutto in una cronologia così vicina e con ispirazioni così dirette. Segnalo nuovamente come la mancanza di esperienza (che forse mi dovrebbe spingere a parlare di meno, tuttavia penso che scambiarsi le opinioni sia l’unico modo per validarle o eventualmente capire dove si sbaglia) non mi permetta di capire quanto incide, nell’aspetto generale, la caduta di colore. Se vai a S.Agostino (tu puoi! ;) ) , ci sono un paio di personaggi disegnati di fronte alla città nella “Resurrezione di Druisiana”, in cui non solo il rilievo è superiore, ma anche il colorismo appare più vivo e smaltato. A quel punto mi viene da chiedermi se tutte le impressioni sulla cromia fredda e sull’aspetto più trasognato non siano da ascrivere al tempo, più che alle interpretazioni…

CITAZIONE
Credo che sia di qualche interesse segnalare che il Giudizio Universale, che come sai, solitamente si trova nella controfacciata

Al museo però il giudizio si trova riprodotto su una parete, effettivamente la forma triangolare a ripensarci adesso era un pochino strana…

CITAZIONE
Certamente il Giudizio e le pitture del coro furono eseguite dagli stessi autori

Su questo non mi pare che ci sia unanimità tra i critici, il libro che abbiamo citato lo assegna a Giovanni, o comunque allo stesso autore delle storie di Maria, separandolo in maniera precisa da quello del coro, a suo dire più gotico.

Mi dispiace che non si possa discutere sulla base di foto migliori, anche il libro è abbastanza avaro!

Mi piacerebbe sapere poi le tue opinioni sul crocifisso di Sant’Agostino, e sulla sua attribuzione a Giovanni.

CITAZIONE
Direi che vale senz'altro la pena di visitare Pomposa per diverse ragioni.

Il 16 vado a Ferrara ma per tutt’altri motivi, mi sto allambiccando per trovare un modo di passare all’abbazia, ma temo di non farcela nemmeno stavolta! :(

Saluti

PS Se qualcuno avesse visto apparire questa risposta sotto un altro nome, è stato dovuto ad una cosa stranissima che però dimostra che il forum è più popolare di quanto detto da me sopra (o che il calcolo delle probabilità è piuttosto bizzarro!) ;)
 
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view post Posted on 11/5/2007, 14:55

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Vedo che non siamo d'accordo praticamente su niente meglio così, c'è spazio per la discussione, del resto tu che sei del luogo hai certamente una conoscenza più approfondita della mia.

In verità, la mia opinione, se così si può chiamare, è quella di chi ha a che fare soprattutto con l'iconografia, per cui, dal punto di vista stilistico e attributivo, mi limito un po' a riportare cose espresse da altri.
CITAZIONE
Tuttavia, mi chiedo dove sia il lavoro dei riminesi: stiamo parlando ovviamente della basilica superiore e delle storie di san Francesco, escludendo l'opera della scuola romana, rimane la volta dei dottori (la cui attribuzione mi risulta sempre essere a Giotto) e le ultime storie della navata sinistra, quelle normalmente riferite a "bottega" o al "maestro della Santa Cecilia". E'qui che avviene la collaborazione dei riminesi?

Per quel che so, la conoscenza del cantiere di Assisi da parte dei riminesi è cosa che ho sentito ribadire parecchie volte nel corso del tempo, mentre la convinzione (o ipotesi?) che i riminesi lavorarono ad Assisi è stata espressa da Massimo Modica, in una conferenza tenuta in occasione (Marzo 2007) dell'acquisizione di un'opera ( http://www.exibart.com/profilo/imgpost/rev...8528(1)-ori.jpg ) del Baronzio da parte di una locale Fondazione bancaria.
Di più non saprei dire; magari, a proposito di Assisi, mi viene in mente che qualcosa si potrebbe trovare nei resoconti dei restauri di Zanardi.
CITAZIONE
Sulla ieracità mi è difficile dire qualcosa di più preciso, da quello che si vede della “Presentazione di Maria” riesco ad esprimere solo un giudizio di massima sulla costruzione delle figure.

Per chi forse legge queste righe, senza avere specifica conoscenza dell'argomento, segnalo allora alcune foto che si trovano qui:
http://utenti.lycos.it/mascagni/affresch.html
http://utenti.lycos.it/mascagni/300pezzi.htm
Per quanto riguarda la cappella del campanile di Giovanni da Rimini, le immagini, in bianco e nero, si possono trovare in questa pagina, cliccando sulle didascalie:
http://www.fondazionezeri.unibo.it/ita/ope...mini%27%3Cbr%3E
CITAZIONE
Qui vorrei capire cosa intendi per più gotico; per quel che ne so io, in pittura gotico significa schemi costruttivi meno portati alla compassata classicità, linearismo anche esasperato (tipo Vitale da Bologna, per intenderci), attenzione spostata alla decorativa ed all’orpello, più che al realismo ed alla monumentalità.

In verità, anche in questo caso, ho riportato opinioni espresse da altri (principalmente P.G. Pasini, credo).
La differenza tra le pitture della cappella del campanile e quelle dell'abside, dal punto di vista stilistico, consisterebbe - per le pitture nell'abside - in un effetto decorativo maggiormente ricercato e affidato ai colori e ad una maggiore vivacità delle scen.
Diversamente da questo, le pitture della cappella del campanile sarebbero appunto più solenni, più "ferme" e quindi, più "bizantine".
Non mi stupirei, per altro, di rilevare richiami bizantini od altre similitudini con le pitture della cappella anche nelle immagini dell'abside; una delle ipotesi che ha circolato, infatti, è che l'abside sia stata affrescata sia da Giovanni che da Giuliano da Rimini, due autori contemporanei della stessa scuola che, a giudicare dai documenti, forse erano fratelli.
Per quanto riguarda le divisioni tra i vari episodi, occorrerebbe poter discutere di cicli affrescati e di essi è rimasto davvero poco. Cercando opere dei riminesi, le divisioni, tanto per fare un esempio, si trovano anche a Tolentino, dove Pietro da Rimini, qualche decenni più tardi che nella chiesa riminese, affrescò un altro ciclo:
http://www.sannicoladatolentino.it/cappellone/pareti.html#
Si trova(va)no poi anche qui:
http://www.fondazionezeri.unibo.it/ita/ope...gana%27%3Cbr%3E
Presumo comunque che, dal punto di vista della scansione narrativa, un conto era aver a che fare con episodi di Storia Sacra, un altro conto aver a che fare con storie di santi.
CITAZIONE
Se vai a S.Agostino (tu puoi! ) , ci sono un paio di personaggi disegnati di fronte alla città nella “Resurrezione di Druisiana”, in cui non solo il rilievo è superiore, ma anche il colorismo appare più vivo e smaltato. A quel punto mi viene da chiedermi se tutte le impressioni sulla cromia fredda e sull’aspetto più trasognato non siano da ascrivere al tempo, più che alle interpretazioni…

A S. Agostino entro ogni tanto e verificare non mi sarà difficile. In ogni caso, credo che giudicare la scelta dei colori, al di là della generica tonalità, sia cosa quasi impossibile. Tanto per dire, il mantello dell'immagine della Vergine che tu hai segnalato e che oggi sembra quasi accennare al verde, in origine era certamente blu intenso.
CITAZIONE
CITAZIONECertamente il Giudizio e le pitture del coro furono eseguite dagli stessi autori

Su questo non mi pare che ci sia unanimità tra i critici, il libro che abbiamo citato lo assegna a Giovanni, o comunque allo stesso autore delle storie di Maria, separandolo in maniera precisa da quello del coro, a suo dire più gotico.

In effetti, per il Giudizio le cose sono ancora più complicate: tanto per dire, a titolo di ipotesi generica, è stato chiamato in causa un tal Fuscolo, documentato come pittore e familiare più anziano di Giovanni e Giuliano, del quale non sono note, sino ad ora, opere autografe.
CITAZIONE
Mi piacerebbe sapere poi le tue opinioni sul crocifisso di Sant’Agostino, e sulla sua attribuzione a Giovanni.

Dunque, segnalo che il crocifisso in questione è questo:
http://utenti.lycos.it/mascagni/corocroc.jpg
Ti dirò: mi risulta che l'attribuzione sia recente e, se devo dire un'impressione personale (che quindi non conta quasi nulla), mi sembra che l'espressione del volto ed altri particolari siano più vicini al modo di esprimersi dei riminesi qualche decennio dopo le opere di Giovanni.
Mi sembra poi piuttosto distante da questo:
http://www.fondazionezeri.unibo.it/ita/ope...ello%27%3Cbr%3E
che è di Giovanni e che si trova in un paese non distante da Rimini.
CITAZIONE
PS Se qualcuno avesse visto apparire questa risposta sotto un altro nome, è stato dovuto ad una cosa stranissima che però dimostra che il forum è più popolare di quanto detto da me sopra (o che il calcolo delle probabilità è piuttosto bizzarro!)

Già, in effetti, è capitato.
Ciao.
P.s. Nel caso alcune delle immagini linkate non fossero visibili, prego di segnalare la cosa, in modo che possa inserirle diversamente.

Edited by FlaviusStilicho - 11/5/2007, 19:35
 
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MarcoSupersonic
view post Posted on 11/5/2007, 20:20




CITAZIONE
è stata espressa da Massimo Modica

sul link che hai inserito, non sono riuscito a trovare la notizia, ma solo la jpg di un'opera che credo sia quella del Baronzio a cui accennavi.

Ti ringrazio per le foto, il link diretto non funziona, ma ho capito come funziona il sito della fondazione Zeri ed ho scaricato tutte le foto di Giovanni a S.Agostino. Ora cercherò (compatibilmente con le mie capacità ;) ) di analizzarle, certo sarebbe stato meglio averle a colori, sempre meglio di niente, però!


CITAZIONE
La differenza tra le pitture della cappella del campanile e quelle dell'abside, dal punto di vista stilistico, consisterebbe - per le pitture nell'abside - in un effetto decorativo maggiormente ricercato e affidato ai colori e ad una maggiore vivacità delle scen

Allora, in linea di massima, siamo d'accordo anche qui, nel senso che concordiamo (se anche tu la pensi così, oltre al critico che hai citato) che le storie del coro siano più movimentate ed esplicitamente narrative rispetto a quelle della cappella. Non dimenticare però che il discorso artistico di Giotto muove verso il classicismo (inteso come quello "romano", non quello bizantino) e la solennità, da San Francesco a Padova, fino a Santa Croce. Perciò, guardando a lui come riferimento, le storie del coro sono un'allontanamento, più che un avvicinamento alla sua maniera. Per cui, pensando ad un ciclo nel Malatestiano certamente più vicino a quello degli Scrovegni, che a quello di Assisi (o anche a mezza via, il famoso anello mancante che tanti dubbi lascia agli storici dell'arte, molti dei quali negano la paternità di Giotto per quel che riguarda gli affreschi di Assisi), ho pensato al coro come un primo cimento con la rivoluzione giottesca, ed alle storie di Maria come una più profonda comprensione del suo magistero, oramai interiorizzato. Come al solito un discorso verosimile non è detto che sia vero e come dimostrano le fonti che hai citato, funziona bene anche al contrario, per cui sarebbero da vedere come una reinterpretazione già in direzione gotica in un ambito già tutto interno alla scuola riminese, soprattutto se (come ho già scritto) fossero confermati contatti così stretti e precoci come una collaborazione ad Assisi. In effetti l'ipotesi che hai riportato spiegherebbe bene anche perchè le storie di S.Giovanni e S.Agostino mi sembrassero così "avanti" in alcune loro parti (come in alcune figure ottimamente conservate nell'episodio "resurrezione di Druisiana"), mentre rimarrebbe il dubbio su alcuni arcaicismi, ma certo è che stiamo parlando di pochi anni di differenza, quindi se usciamo dal solco di un confronto con Giotto, non me la sento davvero di esprimermi, dato che bisognerebbe conoscere a fondo la personalità e il cammino stilistico dell'autore (che peraltro non è stato identificato).
Peraltro hai perfettamente ragione nel dire che una cosa è rendere la storia di un santo, una cosa una storia biblica.

CITAZIONE
In ogni caso, credo che giudicare la scelta dei colori, al di là della generica tonalità, sia cosa quasi impossibile

Il fatto vedi è che nelle lezioni di storia dell'arte, senti spesso parlare della resa volumetrica e della plasticità delle figure come discriminante (ad esempio) della differenza tra un Cimabue ed un Duccio (che a qualunque occhio poco esperto sembrano egualmente arcaici). Ci sono vari modi per rendere la plasticità, ed è importantissimo per esempio capire (una volta che si è notata) se è resa con un forte chiaroscuro della linea di contorno, o attraverso gradazioni nelle tonalità delle vesti e nei panneggi. Ma se il colore è caduto di tono, come si fa a rendersi conto di questo? E' uno dei dubbi che mi perseguita sempre quando vedo un ciclo di affreschi e mi chiedo sempre come i critici riescano ad esprimere giudizi di questo tipo su robe che alle volte sono quasi delle sinopie..

CITAZIONE
mi sembra che l'espressione del volto ed altri particolari siano più vicini al modo di esprimersi dei riminesi qualche decennio dopo

Sul libro dice che il volto è stato quasi scempiato da un restauro recente, ed allega una foto precedente (per quanto si possa capire da una foto bianco e nero, ovviamente)


CITAZIONE
Già, in effetti, è capitato.

Questa è divertente. Come vi ho detto, di mestiere vendo e riparo computer et similia, ed una delle rotture maggiori di un tecnico è testare le macchine che danno problemi "ogni tanto", perchè di solito stanno qui dentro ore senza mostrare il benchè minimo affanno. Così per unire l'utile al dilettevole, quando devo testare una macchina la uso per navigare in internet (dove se un pc ha problemi, di solito si blocca) e spesso per scrivere sul forum, cosa che sto facendo anche adesso con un pc che ho pulito dai virus. Solo che normalmente, quando inserisco una risposta mi chiede di "loggarmi", ieri invece non l'ha fatto, e con mia somma sorpresa, ho notato che il proprietario di quel pc era registrato sul forum...ovviamente poi ho cancellato il messaggio, e l'ho postato di nuovo oggi dal mio pc, però mi chiedo a questo punto: quanti utenti ha il forum? Quante possibilità c'erano che andassi a scrivere dal pc di uno di questi? Quante che accadesse in un post in cui all'inizio ho scritto "questo forum non ha moltissimi utenti" :perv: come diceva quello? "Ogni parola una sentenza"
 
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view post Posted on 12/5/2007, 10:27

Stupor Mundi

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sul link che hai inserito, non sono riuscito a trovare la notizia

Si trattava solo di un riferimento ad una conferenza che era la seguente:

Sabato 10 marzo, ore 17,30
Rimini, Castel Sismondo, Piazza Malatesta
Incontri sulla Pittura Riminese del Trecento
La prestigiosa destinazione del Dossale di Giovanni Baronzio: la Chiesa di San Francesco a Verucchio.
Massimo Medica, Museo Civico Medioevale di Bologna
Info: 0541/351611 Fondazione Carim

Il ciclo di conferenze si ricostruisce, in qualche modo, in questa pagina:
http://www.riminiturismo.it/eventi/2007/marzo.htm

CITAZIONE
Perciò, guardando a lui come riferimento, le storie del coro sono un'allontanamento, più che un avvicinamento alla sua maniera.

Bhè, sì, direi che questo, in ogni caso, è abbastanza chiaro.
CITAZIONE
pensando ad un ciclo nel Malatestiano certamente più vicino a quello degli Scrovegni, che a quello di Assisi

Per quel che posso dire, dal punto di vista dell'iconografia, i riferimenti per i riminesi si trovano abbondantemente nelle pitture giottesche degli Scrovegni. Per Assisi, al di là delle impostazioni dei riquadri, delle false mensole, ecc... non mi è capitato di rilevare cose precise. Tuttavia, è evidente che le mie sono state tutt'altro che ricerche sistematiche.
CITAZIONE
ho pensato al coro come un primo cimento con la rivoluzione giottesca, ed alle storie di Maria come una più profonda comprensione del suo magistero, oramai interiorizzato. Come al solito un discorso verosimile non è detto che sia vero e come dimostrano le fonti che hai citato, funziona bene anche al contrario, per cui sarebbero da vedere come una reinterpretazione già in direzione gotica in un ambito già tutto interno alla scuola riminese, soprattutto se (come ho già scritto) fossero confermati contatti così stretti e precoci come una collaborazione ad Assisi

Poiché, come ti dicevo, per varie ragioni mi è capitato di interessarmi alla cappella del campanile, ti segnalo che esistono alcuni dati documentari che, se non decisivi, almeno si possono considerare significativi.
Uno di questi riguarda la "cappella della Beata Vergine nella chiesa di S. Giovanni Evangelista" per la quale, nel 1303, veniva lasciato del denaro affinché si provvedesse agli arredi mobili (una pala d'altare ed una croce). Gli studiosi hanno presunto che, se in quel tempo ci si stava occupando degli arredi lignei, gli arredi fissi, cioè gli affreschi, erano già stati eseguiti.
Un altro documento riguarda il 1311 in cui una donazione della famiglia Malatesta intende aiutare gli Agostiniani per allestire il Capitolo tenutosi poi nel 1318 (ma programmato nel 1315).
Si è pensato allora che la realizzazione del coro sia avvenuta in questo giro di anni.
Ti segnalo anche che al 1307 è datata questa pala che è opera di Giuliano (fratello, forse più giovane, di Giovanni)http://www.gardnermuseum.org/collection/im...iano_p27e46.jpg .
CITAZIONE
Quante possibilità c'erano che andassi a scrivere dal pc di uno di questi?

Mi viene da pensare che la cosa sia meno rocambolesca di quanto credi :rolleyes: . Ho idea che sia sufficiente iscriversi ad uno dei molti forum di forumfree per avere un nickname ed una password che permettono di scrivere anche in questo forum.
Ciao.

 
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view post Posted on 12/5/2007, 11:45
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Angelo

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CITAZIONE (FlaviusStilicho @ 12/5/2007, 11:27)
Mi viene da pensare che la cosa sia meno rocambolesca di quanto credi :rolleyes: . Ho idea che sia sufficiente iscriversi ad uno dei molti forum di forumfree per avere un nickname ed una password che permettono di scrivere anche in questo forum.

Confermo ... l'iscrizione é unica, e vale per tutti i forum di forumfree: mi ero accorto di questo "nuovo utente" che parlava come Marco ed in effetti ero andato a controllare nel suo profilo: bazzicava un forum di fantacalcio! :P
 
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9 replies since 8/5/2007, 20:35   1374 views
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