Sacra di San Michele, La Porta dello Zodiaco

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tessera
view post Posted on 10/6/2006, 15:23 by: tessera




CITAZIONE (Janus (Ale) @ 10/6/2006, 12:58)
Forse Tessera che c'é stato può dirci qualcosa di più, non saprei dire cosa ci sia nell' archivolto ...

Dottori, andate talmente in fretta che fatico a starvi dietro, abbiate comprensione sono un vecchietto con quarantasei primavere da ieri :lol:

Vediamo... era il lontano 1987 quando, salito il ripido scalone dei morti, mi trovai faccia a faccia con l'opera del Maestro Nicholaus. L'emozione e la fatica mi appannavano la vista e il cuore pulsava come mai prima...

Scusate forse non è questo che volevate sapere :P

Scherzi a parte. L'archivolto è nudo e come potrete leggere il portale venne collocato dove ora si trova in un momento non ben definito, ma certamente non da colui che aveva concepito l'opera.
Si può vedere anche da questa immagine che si tratta di un portale "anomalo"

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Tratto da:
Italia Romanica - Il Piemonte, la Val d'Aosta, la Liguria
Jaca Book 1978
Autore Sandro Chierici (non uno qualunque)

Al sommo della scalinata si apre il portale dello Zodiaco, attraverso il quale si giunge ad un terrazzo e ad una scalinata esterna che risalendo lungo il fianco meridionale della chiesa conduce al portale di accesso vero e proprio.
Il portale dello Zodiaco è uno dei capolavori della scultura romanica del XII secolo, opera riconosciuta ad uno dei protagonisti di quest'arte in area padana, Niccolò. Non si tratta di un organismo omogeneo, ma di una serie di pezzi, capitelli, cornici, colonnine, adattati ad ornare l'apertura alla sommità dello scalone; non si sa quale fosse la sua collocazione originale; c'è chi lo dice il portale del Sepolcro dei Monaci,

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chi quello della chiesa di Ugo. Tale incertezza condiziona anche la riscostruzione del suo aspetto originale; la presenza delle colonnine nei portali dell'Italia settentrionale presuppone in genere l'esistenza di un protiro, qui mancante. La Ferrari,in un recente studio, traccia un interessante parallelo con la porta Miègeville della chiesa di Saint Sernin di Tolosa,

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un portale il cui strombo è realizzato con pilastri così sporgenti da poter accogliere nella loro rientranza una colonna; un elemento di sostegno a questa tesi è dato dal fatto che i capitelli del nostro portale sono decorati solo su due facce, come se le altre due non fossero visibili.
Il montante destro del portale presenta, su basi marmoree, tre colonne tortili ed una dal flusso liscio. Fra i capitelli soprastanti, tre sono di contenuto simbolico: nel primo sono rappresentate l'offerta di Caino e Abele, con la scritta MVNVS ABEL GRATVM CONSTATQVE CAIN REPROBATVR, e l'uccisione di Abele accompagnata dalle parole IVSTVS ABEL MORITVR CVM FRATRIS FVSTO FERITVR.
Nel secondo è svolto il tema dell'ira, attraverso la rappresentazione della lotta fra tre personaggi, mentre il terzo ospita la cattura di Sansone e la distuzione del Tempio. Fra le due coppie di capitelli è posta una lesena scolpita su due lati: su quello che guarda verso lo scalone sono raffigurati i dodici segni zodiacali, da cui prende il nome il portale, mentre nella faccia centrale è scolpita una scena di caccia, con una scritta che attribuisce l'opera a Niccolò: VOS QVI TRANSITIS SVRSVM VEL FORTE REDITIS / VOS LEGITE VERSVUS QVOS DESCRIPSIT NICHOLAVS.
La lesena centrale del montante sinistro porta invece scolpiti i segni di sedici costellazioni, sul lato rivolto verso lo scalone, mentre sulla faccia centrale è un motivo decorativo floreale ed animale, anch'esso commentato da una scritta. I capitelli delle colonne che la affiancano non raggiungono la qualità dei loro corrispondenti sul lato opposto; uno porta un leone con testa di drago, un altro due donne che allattano quattro serpenti una rappresentazione della Lussuria che si ritrova nelle medesime forme a Moissac; gli ultimi rappresentano temi abbastanza consueti nell'iconografia romanica, il busto umano con coda di pesce o i quattro falconi sopra un cerchio.
Il dibattito critico su questo portale ha visto intervenire quasi tutti i più rinomati esperti di arte romanica, da Toesca a Porter, Longhi, De Francovich, Salvini e altri. I problemi affrontati sono molti e non tutti risolti: innanzitutto la paternità dell'opera, poi la sua collocazione cronologica e i suoi rapporti con la scuola emilian, Wiligelmo e gli influssi d'oltralpe.
L'opera viene concordemente attribuita a Niccolò a partire dalla scritta che vi compare scolpita, qui sopra riportata; ma non è difficile riconoscere che il portale presenta parti di diversa qualità e fattura; alcune sono certamente di Niccolò, come ad esempio il bellissimo capitello di Caino e Abele, altre di aiuti, e resta aperta la questione se sia esistito un portale originale tutto di mano di Niccolò, di cui queste parti sono le sole superstiti, o se l'artista abbia solamente iniziato l'opera lasciando da terminare agli aiuti.


Segue con ipotesi di datazione ecc.

Dobbiamo quindi considerare che ogni ipotesi non può prescindere dal fatto che non sappiamo dove era collocato originariamente e neppure quando e perchè venne posto in cima allo scalone dei morti.
 
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223 replies since 8/6/2006, 10:53   9799 views
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