Ringrazio Esty per aver introdotto argomenti interessanti come quelli riguardanti i cicli carolingi di Mustair e San Benedetto a Malles. Soprattutto il primo, insieme al più sfuggente ciclo di S. Salvatore a Brescia (e, chiaramente, S. Maria Antiqua a Roma), rappresenta una delle pitture monumentali più frequentemente collegate a quelle di Castelseprio, di cui abbiamo avuto, ed avremo ancora modo di discorrere.
CITAZIONE
Quindi il ciclo parte dalla zona absidale, arriva alla controfacciata, poi torna indietro dall'altra parte. Giusto? E' così?
Il ciclo di San Giovanni a Mustair è così organizzato:
1) Scene della Vita di Davide: comincia sulla parte est della parete sud e termina nel campo est della parete nord. Le 8 scene delle due pareti laterali sono collegate tra di loro attraverso 3 o 4 campi figurati sulla parete ovest. Delle 20 scene originarie soltanto 15 sono più o meno riconoscibili. Le scene occupano il primo registro (la parete è scandita in tutto in 5 registri).
Come già indicato, questo ciclo dà un'enfasi straordinaria agli episodi del conflitto tra Davide ed Assalonne. Sono conosciute varie illustrazioni del Libro dei Re, fin dall'età Paleocristiana mq, quand'anche raffigurata, la storia di Assalonne rimane limitata a 1-2 scene conto le 8 di Mustair. Che questa particolarità vada legati agli avvenimenti dell'833 è quasi certo, anche perché Mustair non sarebbe l'unica opera riecheggiante questa situazione, stigmatizzata attraverso ammonimenti e citazioni bibliche anche dall'abate di Fulda Rabano Mauro nel suo " De reverentia filorum erga patres et subditorum erga reges".
2) Ciclo Cristologico.
E' organizzato come il ciclo di Davide, ma è più lungo anzi con 48 scene (ma 33 ancora da identificare) non è soltanto la più completa sequenza di immagini neotestamentarie di età carolingia conservatasi, ma anche il programma cristologico più ricco di scene, anteriore al tardo sec. X, del quale siamo a conoscenza. Soltanto i tituli delle perdute pitture parietali, che l'abate Harmut di San Gallo aveva commissionato probabilmente tra l'872 e l'883 per la chiesa abbaziale locale mostrano una densità di narrazione approssimativamente comparabile, ma mancante - rispetto a Mustair - delle scene della Passione. Partendo dall'alto, nel secondo registro della parete sud iniziando da est, la sequenza si conclude nel quarto registro della parete nord verso est con la Resurrezione (raffigurata attraverso l'episodio delle Pie donne al Sepolcro), ed è completata dal trionfo finale di una monumentale Ascensione che riempie la parete est sopra le absidi.
L'Ascensione è in parte perduta, come diceva Esty, a causa delle traversie, davvero elevate, passate dalle pitture di Mustair, e delle quali avremo occasione di riparlare nell'analisi stilistica.
3) Abside centrale
E' presente la Majestas domini già indicata; al di sotto ci sono le storie del santo eponimo della chiesa, ovvero Giovanni il Battista. Di 12-13 scene originarie, non è sopravvissuta nessuna integralmente, anche se in linea di massima il contenuto delle scene, a parte qualche dubbio, è ricostruibile. Anche in questo caso non sono attualmente noti esempi di cicli figurati di epoca altomedievale altrettanto esaurienti e l'esempio più vicino è quello del perduto ciclo di San Gallo, al quale può affiancarsi - seppur abbreviato - quello di S. Sofia a Benevento. Peraltro, dalla presenza di scene come l'invio dei discepoli a Gesù, che trovano precedenti solo in modelli mediobizantini, si è congetturato un modello orientale anche per questa parte del ciclo di Mustair.
4) Abside nord
C'è una Traditio Legis ed una Traditio clavis unite nella stessa scena, chiaramente presenti Pietro e Paolo al cospetto della figura di Cristo in trono. Al di sotto, in una parte molto rovinata dall'inserimento di finestre barocche, trovano posto scene della vita dei SS. Pietro e Paolo, più precisamente scene della loro vita romana, basate principalmente sulla Passio sanctorum apostolorum Petri et Pauli. Questa situazione distingue il ciclo di Mustair dagli altri cicli carolingi e trova il suo antecedente più vicino nel perduto oratorio di Giovanni VII in San Pietro, noto da fonti grafiche.
5) Abside Sud
Vi trova posto una Croce clipeata circondata dai 4 esseri apocalittici, un motivo che in questa forma non rientra nei tradizionali programmi absidali. Croci clipeate esistono ovunque ed anche nella tradizione carolingia, ma la particolarità di Mustair è la presenza, nei medaglioni delle figure di Pietro e Paolo, oltre ad una figura femminile – verosimilmente la Vergine Maria – e della figura di un angelo. E' stato proposto di giustificare quest'anomalia in relazione alla presenza di Pietro e Paolo già nell'abside nord nell'ambito di una visione d'insieme del programma absidale. Al di sotto, la disposizione corrisponde a quelle delle altre absidi, con una sequenza narrativa di immagini articolata su tre livelli al di sopra della zoccolatura. anche se, concretamente solo il registro superiore della redazione più antica può essere ancora fruibile, mentre negli altri registri l'apparato pittorico di età carolingia è stato ampiamente coperto dalle riaffrescature romaniche. Comunque, sebbene l'identificazione non sia stata del tutto univoca, il tema trattato è con ogni probabilità quella della vita del protomartire Stefano, anche se non è mancato chi vi abbia voluto ravvisare un riferimento al santo locale Vigilio. Prendendo per buono il riferimento a Santo Stefano, anche in questo caso Mustair, con le sue 8 scene, fornisce la versione più completa di epoca altomedievale conservatasi: il paragone più vicino, ma molto abbreviato, è rappresento dagli affreschi della Cripta di Saint-Germain ad Auxerre, databili poco dopo la metà del sec. IX.
6) Giudizio universale:
Con i suoi tre registri al di sotto del ciclo di Davide e al di sopra della finta zoccolatura, riempie l'intera estensione della parete ovest. La composizione, riccamente articolata e non più leggibile nella sua interezza per via di ragguardevoli danneggiamenti, è stata in ogni caso identificata nei suoi tratti essenziali: per prima appare la raffigurazione della Parusia di Cristo accanto al quale degli angeli riavvolgono il firmamento, altri angeli suonano le trombe e gruppi di risorti che si levano dalle tombe. Segue il motivo centrale del Cristo giudicante in seno al collegio degli Apostoli (registro mediano), mentre nel livello sottostante, come conseguenza del Giudizio, si attua la separazione tra beati e dannati. Sono quindi presenti le immagini del Paradiso e dell'Inferno che però, allo stato attuale sono talmente mal conservate che non è più possibile rinvenire dettagli rilevanti ai fini della valutazione iconografica. La parte centrale del registro inferiore non può essere ricostruita con certezza ma, sulla base dei resti conservati di una grande ala d'angelo, si ritiene di poter ipotizzare la presenza della figura di Michele. La scena del tribunale degli Apostoli assisi su un sedile con cuscini a forma di pulvino posti fra gli intercolumni che lo scandiscono, si discosta dalla descrizione neotestamentario: se il trono a panca perimetrale è comune a tutti gli esempi paleocristiana e mediobizantini noti, la disposizione degli apostoli in coppie di soggetti disputanti è del tutto peculiare.
Anche in questo caso Mustair rappresenta il testimone unico di una rappresentazione così articolata del Giudizio, ed anche stavolta i paralleli più puntuali venivano dal ciclo di San Gallo, dove però una Croce monumentale sostituiva la rappresentazione fisica di Cristo nell'immagine della Parusia, anche se singoli elementi (non il Giudizio in sé) sono stati ritenuti di origine orientale.
CITAZIONE
Hai idea di cosa si tratti con questa "citazione"?
Si tratta del titulus dell'abside sud, il quale recita "Sanctus Sanctus Dominus Deus (Omnipotens) qui erat et qui est et qui venturus est" che credo corrisponda alle parole con cui i quattro esseri viventi (raffigurati agli angoli della Croce) lodano giorno e notte la magnificenza del Signore secondo il libro dell'Apocalisse.
Queste sono le immagini:
L'abside centrale
l'abside nord
l'abside sud
Un totale della zona absidale: è un disegno in cui purtroppo sono evidenziate solo le pitture d'epoca romanica, ma aguzzando la vista, si riesce a distinguere anche la parte carolingia.
Infine un po' di foto ed una ricostruzione grafica del giudizio.
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ImageShack.usCi sarebbe poi l'analisi stilistica, che come detto, si lega in maniera importante al ciclo di Castelseprio, ma per stasera il mio tempo è scaduto. Spero di riuscire a ricollegarmi al più presto, purtroppo raramente ho a disposizione una connessione stabile. Magari, se credete sia il caso, potete cominciare ad introdurla voi.
Saluti.