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In effetti la stessa delusione l'avevo provata dopo la mostra su Giotto. Niente da dire sulla qualità delle mostre ma ... vorrei un po' più di obiettività nel pubblicizzarle! Meno male che c'é il passaparola sul web!
Oggettivamente, questa è migliore di quella su Giotto. Ciò non toglie che goda di una presentazione esagerata..insomma, meglio non chiedere all'oste se il vino è buono. Oppure rilancio: che non sia il nostro il target delle mostre? Alle volte mi capita di sentire i discorsi delle persone che passano di fronte alle opere: ieri i commenti oscillavano tra l'immancabile "vedi che conoscevano già la prospettiva" (più che altro avevano una prospettiva
se mi si consente la battuta) e il più originale "vedi che belle le decorazioni così, altro che quelle di oggi" che dimostra come Robert Adam avesse davvero capito tutto...
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Eh...purtroppo non è facile trovare guide preparate; talvolta se percepiscono che qualche visitatore è interessato non superficialmente, cercano di sfuggire più che possono eventuali domande e si affrettano ad arrivare alla fine del percorso. Altre (rare) volte, invece, essendo anch'esse realmente interessate agli argomenti di cui trattano, sono le guide stesse che spingono a domandare e, magari, si intrattengono con qualche visitatore. Ma quest'ultima situazione mi è capitato raramente, direi.
Concordo in pieno. Ricordo come eccezione il civico di Pesaro, dove l'addetta ai servizi museali (dunque non una vera e propria guida) mi stava facendo perdere il treno a forza di chiacchiere
(piacevoli, s'intende)
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Molto bella davvero; almeno così la ricordo.
Una chiesa poco nota ma davvero di grande suggestione
Già, e con interessanti affreschi di fine XII sec. Sarebbe bello analizzarli un pò, ma come al solito, manca il tempo...sto ancora cercando qualche informazione per aprire un topic sui mosaici di San Giovanni in Fonte a Napoli, se qualcuno avesse qualche suggerimento bibliografico...
Tornado alla pittura antica, ecco le mie, d'impressioni, non necessariamente più precise delle signore di cui sopra. Mi ha sorpreso relativamente l'alta qualità media: qualche foto del resto l'avevo pur vista, anche se constatare fisicamente è sempre un'altra cosa. Certo, fa specie pensare che ciò che vediamo è ben poco rappresentativo dei veri capolavori del tempo, che erano destinati soprattutto ai quadri da cavalletto, dei quali nulla è rimasto. Parafrasando uno storico dell'arte, "E' come se un cataclisma avesse distrutto Roma, Firenze, Venezia e dovessimo farci un'idea del rinascimento dalla decorazione di qualche palazzo di città di provincia", quali erano Pompei, Ercolano e Stabia. Ciò che mi ha davvero impressionato però non è la tecnica, ma la "confidenza" che i pittori antichi avevano con essa. Insomma non si tratta solo di prospettiva, di ombre portate, di uso del colore "atmosferico", ma della disinvoltura con la quale questi elementi venivano utilizzati e combinati, quella di chi li possiede come assodati. Alcune figurette a tecnica "compendiaria" sono incredibili, ed ho passato vari minuti a scrutarle inutilmente cercando di capire il segreto per il quale scene complesse venissero rese in maniera adeguata con un'economia estrema (è il caso delle "Avventure di Ercole" da Pompei; ma del resto, narrava Plinio che il famoso Apelle dipingesse utilizzando solo 4 colori). Alcuni effetti di luce poi sembrano rubati in pieno agli impressionisti, e addirittura, nella villa della Farnesina (o era Boscotrecase?), mi è capitato di vedere un tipo di "ricerca d'effetto" (che consiste nel realizzare solo alcune parti di paesaggio, lasciando il resto vuoto come se l'opera non fosse stata terminata) che avevo conosciuto solo nei pittori di fine '800 (l'italiano Giovanni Boldini, per esempio). Quello che poi riuscivano a fare con gli encausti, era davvero incredibile: praticamente sembra pittura ad olio, tant'è che ora mi chiedo perché questa tecnica sia stato pochissimo utilizzata nel medioevo, pur non essendosene persa memoria. Il bello è che, anche nei ritratti del Fayyum, non ho mai ravvisato una cura maniacale: viste da vicino, le pitture tendono a diventare grossolane, si notano per bene le pennellate nette, a volte rapide...insomma pare ancora una volta un tocco sicuro di chi ben conosce l'essenziale e mira all'effetto, come obiettivo principale.
Scendendo nel lato tecnico (che ho cercato inutilmente di chiarire con la guida) mi è rimasta l'impressione che gli antichi prediligessero delle preparazioni chiare, o quantomeno non scure: ho visto che quasi sempre, la linea di contorno è del tutto assente, o suggerita da pennellate (non può non venirmi in mente che questa era la tecnica anche di Caravaggio): ciò che è "davanti" e "dietro", viene determinata da semplici differenze tonali, mentre la plasticità è data da un sapiente uso della luce, che sembra la vera grande attenzione dei pittori antichi. Non c'è figura che non ne sia intrisa, accarezzata, tormentata, disegnata...e dove parlo di luce, intendo "colore luminoso". Non so quanto comprensibile sia quello che sto dicendo, ma ahimè, come al solito, non posso far altro che ripetermi le mie impressioni tra me e me: ma insomma, vorrei intendere che la piega di una veste non appare "disegnata" ma prodotta da una macchia di colore (meglio di così non mi viene
) e che se si va ad osservare un chiaroscuro, ci si accorge che è prodotto da un trapasso tonale molto più graduale di quello che parrebbe a prima vista.
Inoltre, devo dire che ho trovato molte pitture piuttosto delicate (e luminose): tant'è che forse, non erano del tutto sulla cattiva strada quegli interpreti così "delicati" del primo neoclassicismo, che pensavo ancora condizionati dal rococò...se devo dire la bestemmia finale, alcuni modi di alcune affreschi mi hanno ricordato Tiepolo o l'ultimo Luca Giordano...
Come al solito, tutto da prendere con le molle!! Specie in quest'argomento, dove sono al primissimo impatto
Saluti.