Ermelinda |
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| Sì, io non volevo avanzare nessuna critica, solo non capivo quali fossero i possibili punti fermi.
La differenza tra le due maniere è nella tecnica, nella prima si costruisce la figura solamente attraverso l'uso del colore, che viene giustapposto, a volte steso mediante pennellate rapide e senza trapassi cromatici intermedi, così da dare della forma solamente un’impressione; nella seconda l'immagine è costretta in un sistema di linee, spesso molto marcate nei contorni. Se ne deduce che il linearismo difficilmente dà luogo a movimento, bensì si volge più volentieri alla staticità e all'astrazione. A partire dalla fine VI secolo circa possiamo vedere i due modi coesistere in una stessa pittura (e ti invito a leggere quanto già scritto), è il caso, tra gli altri, di Santa Maria foris Portas. Per quanto concerne Müstair, nonostante ci siano differenze (pochi colori stesi in grandi campiture sovrapposte ad es.), i contatti con Castelseprio sono tantissimi: i motivi che impreziosiscono le cornici, i fondi architettonici complessi, i fraintendimenti, etc (vedi gli studi della Davis-Weyer); tanto che si è avanzata l’ipotesi che ci sia comunanza tra le maestranze, verosimilmente greche anche nelle pitture oltremontane. Il discorso sarebbe da approfondire...
Un saluto!
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